Che peccato, azzurri senza vela

Che peccato, azzurri senza vela Si è chiusa onorevolmente l'avventura olimpica degli uomini della pagaia Che peccato, azzurri senza vela Kl 1000 e K21000, quinti per colpa del vento BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Quinto Bonomi, quinti Luschi e Scarpa: l'avventura olimpica della canoa italiana si chiude, onorevolmente, non lontano dal podio. Questa volta, il cornino di Oreste Peni, che aveva portato fortuna ad Antonio Rossi e Bruno Dreossi, medaglia di bronzo nel K2 500, scivola dai pantaloncini di Bonomi e scompare in acqua, alla mercé del vento. Ed è proprio il Ventó*Tà chiave di lettura del nostro arrancare. Un vento trasverale, bastardo, che prende d'infilata soprattutto la corsia numero uno: quella che ospita, nel Kl 1000 metri, Beniamino Bonomi e, nel K2 1000, Paolo Luschi e Daniele Scarpa. Tutti sbagliano partenza, tutti rimontano nel finale: vincono l'australiano Robinson, per un pelo, e la coppia tedesca Bluhm-Gutsche, alla grande. Scarpa, lui affronta i giornalisti e chiede scusa per il settimo posto di venerdì, nel Kl 500. «Mi vergognavo come un ladro, per questo non sono venuto a parlarvi. Era successo che i giudici, inspiegabilmente, avevano preteso che gareggiassimo senza orologio, quando il regolamento lo permette. E io, senza il frequenzimetro che mi scandiva il ritmo, sono andato in crisi, a metà percorso ero già fuori di testa. Tre Olimpiadi, zero medaglie: arrivederci ad Atlanta. Magari su un bel K4: le forze ci sono, Bonomi, Luschi, il sottoscritto... L'importante è che ci creda Peni». Ricapitolando. Nella canoa olimpica, cinque barche su otto in finale, un bronzo, un quarto posto (Josefa Idem), due quinti, un settimo. Nella canoa slalom, un oro (Pierpaolo Ferrazzi), un quinto posto (De Monti) e un diciottesimo (Cristina Giai Pron). Il presidente Conforti e il et. Peni tirano le somme: «I conti tornano, anche sa da Josefa Idem ci si aspettava, onestamente, il podio, e dal K 4 maschile qualcosa di diverso da un'eliminazione in semifinale. A Seul, portammo in finale non più di due equipaggi. Torniamo in Italia a testa alta». Peni è in carica dal 1985: «Un paio di medaglie erano alla nostra portata, ma n^on mi lamento. Tutti hanno dato tutto. Tracciato il solco, diamoci dentro. Il bello comincia adesso». [ro.be.]

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Italia, Seul