Rosset, l'oro al sicuro in Svizzera
Rosset, l'oro al sicuro in Svizzera Grazie al suo tennista, la Confederazione elvetica sale finalmente sul podio più alto Rosset, l'oro al sicuro in Svizzera Con Arrese una battaglia di oltre 5 ore BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Sulla qualità del gioco è meglio stendere un velo. La classifica è quella che è, 44° Rosset, 30° Arrese, e come dice l'antico adagio non si può cavare sangue dalle rape. Sembrava il primo turno del torneo di Firenze, tanto per dirne uno. Ma sull'agonismo, sul cuore, la finale è stata degna di un'Olimpiade. Cinque ore e tre minuti di battaglia sotto il sole, emozioni, passioni, massi anche divertimento. La strana coppia, Rosset alto quasi due metri, magro, la faccia da bambolone, Arrese basso, grintoso, un trottolino, la strana coppia ci ha regalato un bel pomeriggio di tennis, o almeno di qualcosa che cercava di assomigliare al tennis. Alla fine, steso sulla terra rossa a gioire del suo trionfo è crollato Marc Rosset, svizzero, 21 anni, figlio di un ricco banchiere di Ginevra. E' la prima e unica medaglia della Svizzera qui ai Giochi, ed è pure d'oro. Non vorremmo vivere l'imbarazzo, se non il dramma, di certi colleghi d'oltr'Alpe che dovranno scrivere pagine intere di celebrazione e di gloria su quello che fino a ieri avevano definito un emerito cafone. Tutto il mondo è paese: Bearzot e gli azzurri di Spagna hanno fatto scuola. E' buffo, però. Uno vince l'unica medaglia d'oro alle Olimpiadi e lassù, in Svizzera, non è che facciano salti di gioia. Il giovanotto non è amato. I nostri vicini amano i tipi seri e posati, senza grilli per la testa, magari noiosi ma solidi, se così possiamo dire. Nello sci, per esempio, l'eroe era Zurbriggen e non Accola, che è come Rosset, ha la lingua svelta. Marc è estroverso, ironico, un tipo buffo e un po' al di fuori delle regole.^Ta quel èKé' gli pare, parla con chi gli va a genio, e forse è per questo che viene descritto come un cafone. Mah. In ogni caso, lui ieri ha dato l'anima per vincere, e non pensiamo che l'abbia fatto solo per se stesso. Davanti, dall'altra parte della rete, aveva un giovanotto pieno di motivazioni. Classe poca, ahimè, ma voglia tanta. Jordi Arrese, 27 anni, catalano verace, è arrivato a un passo dal miracolo. Ma stavolta il cero acceso nella chiesa dei Sacri Cuori non gli ha aperto le porte del cielo. Jordi è molto religioso e prima di ogni partita, come i toreri, va a pregare la Santa Vergine. E' un ragazzo tranquillo, legato alla famiglia, protagonista di una carriera senza luci, almeno finora, se si esclude forse la fiammata di notorietà, più che di gloria, vissuta due anni fa a Montecarlo il giorno che pose fine ai vaneggiamenti di ritorno sulla grande scena di Bjorn Borg. Per vederlo vincere l'oro era arrivato dagli Stati Uniti anche il fratello Josep che piangeva e ri¬ deva in tribuna, dipendeva dai momenti. C'era anche Carles Costa, a sostenere l'amico, il tennista che prima dei Giochi si era rifiutato di prendere il suo posto dopo che il comitato olimpico spagnolo aveva fatto pressioni per la sostituzione. Anche Arrese ha i suoi begli amici da ringraziare, amici per convenienza: molti di coloro che volevano la sua testa, di sicuro sono andati a fargli le fusa dopo la partita. Una medaglia d'argento vai bene una faccetta di bronzo. Jordi aveva pianificato tutto. Partecipazione a tutti i tornei per fare punti e essere terzo in classifica al momento della scelta, poi solo terra rossa, tanta terra rossa. Aveva perfino chiesto l'aiuto di uno psicologo per migliorare le sue capacità di concentrazione, e un paio di mesi fa aveva perfino fatto pace con la fidanzata, con la quale era in rotta, per poter riacquistare la serenità perduta. Tutto studiato, fidando nel caldo e nei campi, nella fortuna e nell'aiuto della Vergine. Invece è arrivato questo Rosset e gli ha portato via la medaglia d'oro. Brutta faccenda. Lo svizzero ha vinto i primi due set e nel terzo ha cominciato a boccheggiare come un pesce. Sembrava morto, anzi era morto. Jordi ha rimontato due set, la gente urlava. Lui aveva come una furia cieca negli occhi chiari. Ma improvvisamente, miracolosamente, Lazzaro si è alzato e ha ripreso a camminare. Dopo cinque ore, coperto d'oro, Marc Rosset è crollato a terra stringendo i pugni in segno di trionfo. Carlo Coscia Lo svizzero Marc Rosset, 21 anni, statura I metro e 96 centimetri; sopra, Gigi e Mary Joe Fernandez prime nel doppio: non sono sorelle
Luoghi citati: Barcellona, Firenze, Ginevra, Montecarlo, Spagna, Stati Uniti, Svizzera
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