Ha venduto la medaglia a un turista di Giuseppe Zaccaria

Ha venduto la medaglia a un turista Ha venduto la medaglia a un turista BARCELLONA ,LA vigilia del gran finale, della celebrazione planetaria, della notte degli effetti speciali, pagina conclusiva di diario dedicata a chi non ha avuto gli onori della cronaca: quelli che c'erano senza che nessuno se ne accorgesse, che partecipavano mentre l'operatore era distratto, che prima di tornare a casa si rivendono la tuta, che con una telecamera hanno tentato di far concorrenza alla Nbc, che per venti giorni sono andati avanti a panini. Quelli che racconteranno di essere stati a Barcellona pur scoprendosi figli di un Olimpo minore. Quelli come Luis Martinez Rosado, mezzofondista portoricano, che ieri prima di lasciare il Villaggio ha venduto per 50 dollari i pantaloni della divisa. «La mia famiglia ci camperà per un mese». Quelli come Vitchelsav Ossipov, inviato della tv di Bielorussia, che per una diaria giornaliera di 30 mila lire tutto compreso ha lavorato per 16 ore al giorno piantato davanti ai monitore cercando immagini che costassero poco e rivendendole alle altre emittenti ex sovietiche. Adesso, se la tv del Kazakistan non si deciderà a pagare le sequenze di lotta libera ricevute via satellite, rischia di pagare una somma valutabile in 94 anni di stipendio, e forse resterà a Barcellona. Quelli che nell'ex villaggio delle stelle, dei lustrini e delle notti brave hanno piazzato un mercato alla «isola dieci». Quattro accompagnatori egiziani, lo scattista senegalese Mossa Sali e André Moritz, in procinto di rientrare in Angola, hanno cominciato coi baratti e adesso espongono una sessantina di «pins». Se va bene, entro stasera avranno messo assieme 150 dollari a testa. Quelli della tv ungherese, piazzata in un box di venti metri quadri proprio accanto allo sterminato «loft» della Nbc (6500 metri per uno staff di 1800 persone). Continuano a inseguire le loro medaglie con due telecamere, un solo monitor e l'assoluto divieto di usare mezzi diversi dall'autobus Quelli dei giornali marocchini, che per risparmiare fanno il turno negli alberghi e a rotazione dormono nel «box» dell'emittente, sdraiati su tre sedie di plastica. Quelli che hanno preparato false medaglie di falso oro, consegnandole poi a veri componenti la delegazione giamaicana. La truffa si sta scoprendo soltanto adesso: il Fantomas dei Giochi si è rivenduto l'impareggiabile trofeo all'uscita dal villaggio, per tremila dollari: l'acquirente, un turista tedesco, lo sta cercando ancora. Quelli che, come la signora Diana Garrigosa, responsabile delle attività sociali nella Generalitet di Catalogna, avevano pensato di lanciare fra gli atleti una grande sottoscrizione per i bambini della Bosnia. Nel villaggio c'erano cartelli, le foto dei massacri erano su tutti i giornali. Adesso la Garrigosa dice che «es increible»: la sottoscrizione si è chiusa ieri con bilancio zero. Proprio zero: non c'è stato atleta olimpico che abbia scucito una sola peseta. Quelli che l'Olimpiade se la sono vista da lontano, anche se avrebbero preferito snobbarla a casa loro. E' un risvolto, quest'ultimo, che sta emergendo solo nelle ultimissine ore. Tutti sapevano che Barcellona aveva sfrattato «viados» e prostitute relegandoli nell'area industriale, ma che sorte analoga fosse toccata ai mendicanti era inimmaginabile. Invece è accaduto anche questo: un cronista sorpreso dall'improvvisa assenza dei questuanti dalle «Ramblas» ha fatto una piccola indagine per scoprire che sono tutti concentrati in un istituto. In cambio di vitto, alloggio e televisione, l'Ajuntamiento del sindaco Maragall li ha «convinti» a sospendere il lavoro per un po'. Sembra che chi ha rifiutato abbia ricevuto da associazioni di carità biglietti ferroviari e una piccola somma onde esercitare provvisoriamente la questua in altre città spagnole. Tutto pur di fare «mas guapa» Barcellona. Da un minuto all'altro si attendono rivelazioni su deportazioni di immigrati marocchini, trasferimento di malati gravi, occultamento di anziani. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: André Moritz, Diana Garrigosa, Luis Martinez Rosado, Maragall

Luoghi citati: Angola, Barcellona, Bielorussia, Catalogna, Kazakistan