Anche il peso ha l'asma

Anche il peso ha l'asma Riecco (quarto caso) il farmaco che cura le difficoltà respiratorie Anche il peso ha l'asma Positiva la Dasse, lanciatrice Usa BARCELLONA. La squadra statunitense di atletica leggera è nuovamente sul banco degli imputati ed ancora una volta per un caso di doping. Anche in questo caso nella rete dei ricercatori del laboratorio di analisi, diretto dal professor Jordi Segura (che sinora hanno raccolto 1700 campioni di cui 1500 già esaminati) è incappato un pesce considerato «piccolo». Si tratta della lanciatrice di peso Bornie Dasse, sottoposta giovedì scorso ad esame antidoping per sorteggio, dopo che si era qualificata ottava (e pertanto eliminata) nella sua serie di qualificazione, con la modesta misura di 16,88. L'atleta è stata subito espulsa dal villaggio. Il principe de Merode, che presiede la Commissione medica, ha riconosciuto che l'americana ha subito confessato l'uso del famigerato Clenbuterol fino a tre giorni prima. «Ha detto che glielo aveva dato un'amica che gode della sua fiducia» ha riferito de Merode. «Non ha cercato di mentire e di giustificarsi, ha collaborato apertamente». La Dasse da dieci anni rientra tra le dieci migliori lanciatrici di peso degli Stati Uniti ma non ha mai brillato negli incontri internazionali. Quindi anche Bonnie, californiana, 31 anni, ha fatto uso del Clenbuterol, il prodotto usato dal martellista statunitense Lo- gan e, per loro ammissione, dalle tedesche Krabbe, Breuer e Derr. Com'è stato illustrato in questi giorni, la sostanza è contenuta in varie specialità farmaceutiche usate per curare l'asma, ma ha effetti altamente anabolizzanti. Non è un prodotto di nuo¬ va invenzione e figura nella lista nera fin da quando il Ciò vietò l'uso degli steroidi, nel 1976. Fino a quel momento l'atteggiamento ufficiale dello sport nei confronti degli steroidi anabolizzanti era quello di ignorarli. Si sottolineava indulgente¬ mente che gli stessi alimenti omogeneizzati usati per fare i bambini belli e forti contenevano queste sostanze, in seguito severamente proibite. Per sottolineare come gli statunitensi fossero già da allora in prima linea nell'uso di queste sostanze che consentono l'aumento della massa muscolare facilitando la metabolizzazione delle proteine, ricorderemo come le prime curiosità sui vantaggi dell'uso degli steroidi sorsero in Italia verso il 1968, durante la permanenza di un famoso decatleta americano al centro federale di Schio. Tali risultavano i vantaggi per l'uso di queste sostanze allora semi-misteriose, che il Coni stipulò addirittura un protocollo d'intesa con il Consiglio nazionale delle ricerche per uno studio approfondito della materia. Furono anche assegnate borse di studio a giovani ricercatori e si lavorò a lungo sull'asse università di Pisa-centro di Tirrenia per giungere alla conclusione che gli steroidi sono dannosi e che non si debbono usare. In altri Paesi invece si continua, magari a livello di iniziativa personale, a consumarli. Gli Stati Uniti d'America dimostrano, con queste ripetute positività dei loro atleti, che l'abitudine di nutrirsi artificialmente è tutt'altro che eliminata, anche se sicuramente siamo lontani dai fenomeni di massa registrati alcuni anni fa e culminati con l'arresto e la condanna del famoso quattrocentista britannico Dave Jenkins, l'ideatore e organizzatore di un lucroso contrabbando di steroidi, illegalmente importati negli Usa dal Messico. Vanni Lorìga

Persone citate: Breuer, Dasse, Dave Jenkins, Jordi Segura, Krabbe

Luoghi citati: Barcellona, Italia, Messico, Schio, Stati Uniti, Stati Uniti D'america, Usa