Il braccio violento della Chiesa

Il braccio violento della Chiesa Festival di Locarno: «Confortorio» di Benvenuti, sugli scontri religiosi nel 700, e «Baby Gang» di Piscicelli Il braccio violento della Chiesa Ma la polemica è contro il fenomeno dei pentiti LOCARNO. Adesso che d Vaticano ha riconosciuto la non colpevolezza degli ebrei riguardo alia crocefissione di Gesù - non furono i suoi carnefici, bensì esecutori della sua divina volontà di sacrificio - non si dovrebbe più verificare una situazione come quella raccontata nell'unico film italiano in concorso al Festival, «Confortorio» di Paolo Benvenuti. Della personalità di questo cineasta pisano del '46, pittore e studioso d'arte, con trascorsi politici di sessantottardo estremista, apprezzato esordiente nell'88 alla Settimana della Critica di Venezia con «Il bacio di Giuda», ha parlato con bell'anticipo Lietta Tornabuoni su «La Stampa» del 14 giugno, delineai ido il ritratto di mi autore sbigolare e di un'opera altrettanto singolare fui dal titolo. Il «Confortorio» è un ramo della Confraternita della Miseri coidia, istituito nel 1490 pei offrire ai condannali a molte dello Stato pontificio il sostegno mora- le e psicologico prima dell'esecuzione. Basato su mia ricerca storica condotta da Simona Foà e su documenti d'epoca, fra i quali un incredibile decalogo di precetti utili per chi finisce sulla forca, il film ripropone un fatto vero. Nella notte del 24 novembre 1736, il provveditore della congrega con voca alcuni dei più grandi predicatori, un cappuccino, mi domenicano, un gesuita e peremo un rabbuio fattosi cristiano, perché convincano due ladruncoli ebrei destinati a venir giustiziati U giorno dopo a convertirsi per mondarsi del peccato di deicidio. Ma le pressioni della Chiesa, fra la blandizie e U ricatto, la preghiera e la tortura, ottengono il risultato di risvegliare nei furfantelli analfabeti la quasi eroica consapevolezza della propria identità culturale e religiosa. Interpretato con molta credibilità da attori in gran parte non professionisti e costato solo 400 milioni, il film sfrutta con finezza gli interni senza prezzo di un palazzo antico, fotografati con sapienti giochi di luce a contrasto dall'operatore Aldo Dimarcantonio. A fronte di una scelta figurativa di ispirazione fiamminga e caravaggesca, Benvenuti infila nella cronaca apparentemente notarile elementi contemporanei. E in verità l'autore sembra più miei essalo a dimostrare didatticamente ada Rossellini di che sangue grondi U braccio del potere e a polemizzale contro il penti¬ tismo, che a misurarsi alla Dreyer con i grandi temi dello Spirito. Probabilmente è questa chiave, senz'altro voluta, oltre a una certa piattezza drammaturgica, a non consentire all'opera una profondità di cui c'erano tutte le premesse. Ciò detto, «Confortorio» ha figurato benissimo a Locarno e non avrebbe sfigurato al Lido. Temiamo di non poter dire la stessa cosa del film italiano fuori concorso, «Baby Gang», opera n. 5 di Salvatore Piscicelli. Un regista che proprio qui a Locarno aveva ottenuto 13 anni fa la sua consacrazione e un Pardo d'argento per «Immacolata e Concetta» che ribaltava gli stereotipi della napoletanità, intellettualizzando la sceneggiata nell'esasperata ottica del mèlo fassbinderiano. Oggi Piscicelli tenta di raccontare la delinquenza giovanile in contrasto con gli stereotipi neorealisti e neo-neorealisti, ma non riesce a trovare uno stile. La picaresca giornata del piccolo Lu¬ ca, biondo forse per ribaltare un altro luogo comune, che girovaga alla ricerca di un certo Pellecchia, spacciatore di periferia, per procurare una dose al fratello tossicomane, ha convinto poco il pubblico: c'è stato un esodo controllato ed è volato qualche fischio. Seguendo il ragazzino, «vergine eppur reattivo» di fronte alla terribUe realtà in cui vive, d film rimbalza con discontinuità dalla commedia al dramma: non vuole essere naturalistico e non arriva a essere fenomenologico, evita di costituirsi come storia e finisce per sconfinare nel bozzettismo. Di positivo c'è l'ambientazione fra Poggioreale e Portici e d viso intenso di Daniele Marchiteìli, giovane malavitoso di cui Luca diventa scudiero. Proprio a Mastino è affidato d finale tragico, che interrompe con un colpo di pistola la sarabanda dei vagabondaggi. Alessandra Levantesì Una scena di «Confortorio» interpretato con molta credibilità da attori in gran parte non professionisti e costato solo 400 milioni

Luoghi citati: Locarno, Portici, Venezia