Due paesi in mora Colpa del postino
Due paesi in mora Colpa del postino Treviso, non consegnava fatture e bollette Due paesi in mora Colpa del postino TREVISO. Per mesi né bollette della luce, né pensioni. Qualcuno pensava ad un miracolo di inefficienza all'italiana, qualche altro ad una persecuzione burocratica. C'era chi non aveva più notizie dal fidanzato che lavora all'estero, e chi non vedeva più arrivare le riviste in abbonamento. Le buche delle lettere rimanevano sempre vuote. Stupore, ansia e infine rabbia, quando sono arrivate le diffide a pagare, pena il taglio dei fili di luce e delle condutture del gas. E così gli abitanti di due paesi del Trevigiano, Badoere e Castelminio di Resana (insieme fanno circa tremila anime), sono andati alla direzione provinciale delle Poste. «Qualcosa non funziona, vi siete dimenticati di noi», hanno detto agli esterrefatti funzionari, immaginando che la corrispondenza giacesse dimenticata in chissà quale deposito delle Poste. Ma all'ufficio provinciale di Treviso tutto risultava in regola. La corrispondenza era stata smistata, nelle sedi periferiche era arrivata, il postino infine l'aveva presa in consegna. Peccato che quel portalettere avesse il vizio di non suonare mai alle porte. Anzi, non l'aveva mai visto nessuno. Insomma, per sciogliere il mistero è stata necessaria una perquisizione disposta dalla magistratura e alla fine quelle decine di chili di carta sono saltate fuori. La posta di Castelminio e di Badoere era finita a Marghera (Venezia), in via Silvio Pellico, in casa di Maurizio Rizzetto, 20 anni, novantista assunto dalle Poste italiane per i mesi di aprile, maggio e giugno '92. Forse per noia, forse per la fatica di imparare tanti indirizzi nuovi, il giovane postino aveva pensato bene di depositare tutta la corrispondenza a casa sua. Nei tre mesi passati a lavorare, si fa per dire, Rizzetto aveva collezionato nella sua camera un migliaio di stampe, 700 lettere, tra cui pensioni, fatture commerciali e numerose ricevute di ritorno di raccomandate. Fra le lettere anche alcune contenenti assegni. Adesso il novantista rischia fino a dieci anni di carcere, [m. g. r.]
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