Le cosche ora conoscono la paura

Le cosche ora conoscono la paura RAPPORTO bni crìmini L'ITALIA Le cosche ora conoscono la paura per l'Ispes l'offensiva dello Stato dà i primi frutti CROMA ONTRO la criminalità lo Statò" fa sul" serio. «Nel 1991 sono aumentati arresti, denunce e popolazione carceraria». Nei primi 7 mesi del '92 (rispetto allo stesso periodo del '91) i delitti sono diminuiti di quasi il 12% (da 1.349.870 casi denunciati a 1.190.675) e quelli più gravi addirittura di un terzo. Lo dice l'Ispes nel suo rapporto sui «Nuovi poteri mafiosi e la criminalità in Italia». La tesi che l'Ispes sostiene si articola essenzialmente su tre punti: la criminalità grave in Italia è quasi esclusivamente mafiosa; questo tipo di criminalità sta conoscendo una forte offensiva sia dello Stato sia della società civile; le ultime stragi di mafia rivelano una organizzazione braccata e divisa. Delitti. Gli omicidi volontari nei primi sei mesi del '92 sono stati il 24,58% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (724 contro 960). E anche le rapine sono passate da 8075 a 6238 (22,75% in meno). Cresce inoltre la rivolta dei commercianti contro il racket, nel primo semestre '91 le denunce sono state 1267, quest'anno sono già 1796, con un aumento del 41,75%. Nel '92 sono aumentati anche i controlli di po- lizia e carabinieri: dalle 245.662 denunce del primo semestre '91, si è passati a 273.427. Gli arresti da 40.958 a 49.711. Il 1991, secondo l'Ispes, è stato l'anno di arresto di una delittuosità che rispetto a 5 anni prima era aumentata del 78%. Dall'86 al '90 abbiamo avuto un delitto di mafia ogni 10 ore e tre furti ogni 100 mila abitanti. Emblematiche le cifre relative al 1990, anno clou per delitti: ogni 100 mila abitanti ci sono state 2784 denunce per furto, 64 per rapina, 53 per droga, 52 per truffe, 38 per contrabbando, 34 per lesioni gravi, 3 per omicidio doloso. Regioni a rischio. L'impegno della polizia ha portato a risultati concreti soprattutto nelle quattro regioni a rischio: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Prendendo in esame questa tranche di '92. (compresi i primi giorni di agósto) in confronto al periodo corrispondente dello scorso anno, gii omicidi in Calabria erano 201, quest'anno 93, in Campania erano 237 sono 204, in Puglia erano 144 sono 68, in Sicilia erano 329, sono 240. L'esercito della criminalità responsabile di queste imprese, è stato valutato dall'Ispes in 100 mila professionisti del crimine (mafiosi, camorristi e simili), 500 mila semiprofessionisti a cui i primi attingono per specifiche attività; e 450 mila i delinquenti occasionali. Il rapporto tra tutori dell'ordine e criminali è attualmente di uno ogni 10-12 delinquenti. Tra queste due categorie lo scorso anno sono avvenuti 78 scontri a fuoco in cui 4 agenti sono morti e 12 sono rimasti feriti. Geografia. L'80% dei crimini gravi avviene al Sud e vede protagoniste le organizzazioni mafiose. La città più a rischio è Reggio Calabria. Tra le province più controllate dalle forze dell'ordine, invece, ci sono quelle del Friuli e dell'Alto Lazio. La criminalità agisce soprattutto in capoluoghi e metropoli. «Le città conclude l'Ispes - sono dunque criminogene». Le delittuosità ti- piche della criminalità organizzata (droga, estorsioni, controllo del territorio), «hanno visto - dice l'Ispes - come scenario privilegiato il Sud ma, soprattutto, i grandi mercati ricchi del Nord urbano e metropolitano e di Roma. Il 1991 evidenzia una accentuazione di tali crimini nel cosiddetto triangolo industriale, Torino-MilanoGenova». Mentre per gli omicidi dolosi le quattro regioni a rischio di mafia sono area di elezione è interessante notare che per i delitti d'onore sul podio delle prime dieci province, nel periodo '86-90, troviamo anche Novara, Cremona, Ferrara e Imperia. Nella Cee. Non siamo il Far West. Prendendo come riferimento la delittuosità per ogni 100 mila abitanti, l'Italia risulta al 12° posto, dietro ai partners europei. Ma se scorporiamo i dati per tipo di delitto, allora l'Italia è seconda per tasso di omicidi e terza per tentati omicidi, ma è ottava per rapine. Secondo l'Ispes questo significa che l'illegalità da noi è sempre più un problema di «criminalità violenta e organizzata». Insomma, senza mafia saremmo un Paese civile. Raffaello Masci m If^f; 7 A CONFRONT© __JS M il W GenyGiu-91 Gea/Glu.92 Tot. generate delitti 1.349.870 1.190.675 diminuzione 11,79% (peMOOmilaab.) 2.351,73 2.074,38 Omicidi volontari 960 724 diminuzione 24,58% Sequestri di persona 4 5 aumento 25,00% Rapine 'gravi' 8.075 6.238 diminuzione 22,75% Estorsioni denunciate 1.267 1.796 aumento 41,75% Attentat! dinamitardi/incendiari 1.251 1.213 diminuzione 3,04% Scippi 37.667 29.849 diminuzione 20,76%

Persone citate: Raffaello Masci