«Ogni viaggio è una sfida»
«Ogni viaggio è una sfida» DEL VOLANTE «Ogni viaggio è una sfida» I conducenti: siamo costretti a turni assurdi MILANO .ACCHE' leggi e leggi. iSì, le regole ci sono, ma non vengono rispettate. E soprattutto in Italia. Che altro c'è da dire?». Giuseppe Grasso, sessantun anni e mezzo, ne ha passati 40 alla guida di pullman e corriere Granturismo, fra Milano, Roma e Torino. E' sorpreso «perché questa disgrazia è toccata ad un collega tedesco, loro in genere non derogano sul rispetto delle norme di legge», e lascia intendere che, spesso, è stata una fortuna se i viaggi scolastici e le gite turistiche da noi sono finite bene. Nel senso che tutti i partecipanti sono tornati a casa sani e salvi. «Il nostro settore - spiega ancora Grasso - ha delle regole precise, che valgono per tutta Europa: sei ore al massimo di guida e poi un intervallo di due ore. Se c'è bisogno di più tempo perché lo esige il chilometraggio, le aziende devono ricorrere al raddoppio dell'autista. Norme giuste, sottoscritte anche dalle organizzazioni sindacali della nostra categoria anni fa a Ginevra, in un vertice a livello Cee». Questa la legge, ed ecco invece la norma: «L'altro ieri - è ancora Grasso a parlare - alla faccia delle regole ho lavorato ininterrottamente per ventisei ore, delle quali otto di guida notturna senza sosta. Ero al volante di un pullman in servizio da Roma a Torino». E il secondo autista? «Ma quale secondo autista. Se si facesse così, il prezzo non sarebbe più competitivo. Ma lo sa quanto guadagno, con quarant'anni di scatti d'anzianità alle spalle? 67 mila lire al giorno, da cui devo detrarre le spese per i pasti. E l'alternativa ad accettare queste norme è stare senza lavoro». Ma i mezzi, i controlli, il rapporto con i datori di lavoro, quelli che «vendono» i pullman per le gite a prezzi stracciati e promettendo tempi di spostamento rapidissimi? «Di passi avanti in questo campo ne ab¬ biamo fatti parecchi - dice Salvo Magrin, autista di Padova il comfort nelle corriere Granturismo è notevole anche per noi. Ma il nostro rapporto con Polstrada e codice della strada resta pessimo. Il limite, come in molto Paesi europei, è di 90 chilometri l'ora. Solo che ovunque vengono tollerate alcune "punte e vale la media in un lungo tratto, in Italia se ti beccano in una discesa a 100 all'ora finisce con 400 mila di multa. E così bisogna correre con un occhio al contachilometri e l'altro alla strada. Col risultato che troppo spesso il guard-rail finisce a pochi millimetri dalla fiancata della corriere, e in qualche caso si toccano». Quello di ieri è stato il più grave incidente stradale sulle strade italiane negli ultimi cinque anni. E' passato poco tempo dall'ultimo allarme sulla sicurezza di queste mezzi di trasporto, ma la situazione non sarebbe migliorata di molto: «Solo a Roma - sono parole di Riccardo Panaccione, della Fiavet (federazione agenzie di viaggio), pronunciate dopo un incidente in cui fu coinvolto un pullman pieno di ragazzi in gita scolastica - su 1500 corriere circa ottocento hanno la licenza e quindi possono circolare. Gli altri sono abusivi, e danno poche garanzie. Però, in cambio, offrono prezzi strac¬ ciati». «I controlli? Certo che si fanno - spiega il dottor Italia, funzionario all'ufficio centrale della Polizia della Strada - e anche spesso. I cronotachigrafi servono proprio per questo. Anche a distanza di settimane siamo in grado di verificare se i tempi di lavoro previsti dalla legge sono rispettati». Ma le multe, finora, fanno ridere: 50 mila per l'autista, la sospen¬ sione della licenza (casi rarissimi, dopo parecchie infrazioni) per la società: «Ma non sarà più così - conclude Italia - dal prossimo anno, col nuovo codice, i nostri agenti potranno sospendere patenti e revocare licenze. E non sarà più conveniente per nessuno far finta che la legge non esista». Flavio Corazza «Dovrei lavorare sei ore e poi riposare due: ma l'altro ieri ho guidato una notte intera» Col nuovo Codice più severità Klaus Worsdorfer, l'autista del pullman. A fianco, una delle salme estratte dal furgone viene sistemata in una bara
Persone citate: Flavio Corazza, Giuseppe Grasso, Klaus Worsdorfer, Riccardo Panaccione, Salvo Magrin
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