Meno gip più delinquenti liberi di Claudio Cerasuolo
Meno gip, più delinquenti liberi L'allarme lanciato dai capi deU'ufficio, dove i giudici si sono dimezzati Meno gip, più delinquenti liberi Devono convalidare l'arresto entro 48 ore Se non fanno in tempo sono costretti a scarcerare I fascicoli arrivano sulle loro scrivanie all'ultimo momento. E il giorno dopo, all'udienza preliminare devono decidere sulla libertà personale di un indagato. In un turno di 48 ore, nel primo giorno riescono a far fronte a tutte le scadenze, nel secondo diventa impossibile e sono stati autorizzati dal capo dell'ufficio ad evadere soltanto i procedimenti con detenuti. Gli altri fascicoli passano per competenza a chi subentra nel turno. Il collega parte già con un arretrato da smaltire, e così via. Per l'ufficio dei gip, i giudici delle indagini preliminari, è ormai crisi dichiarata. Il consigliere capo dell'ufficio dei gip, Antonino Palaja, e l'aggiunto Alberto Oggè hanno deciso di trasgredirela regola di riservatezza che si sono sempre imposti per lanciare un grido d'allarme: «Finora l'ufficio ha retto i compiti previsti dalla riforma. Ma non siamo certi che sarà possibile farlo nell'immediato futuro. L'ufficio del gip così come è stato disegnato dal nuovo codice è condizionato a scadenze di tempo molto rigide: la convalida di una misura cautelare chiesta dal pubblico ministero va fatta entro 48 ore di tempo. E' un lavoro oscuro, ingrato e massacrante. Non c'è da stupirsi che ci sia stata in questi ultimi tempi una fuga verso altri incarichi o uffici». L'organico del gip prevedeva 13 giudici (oltre al consigliere capo e all'aggiunto) ma fin dall'inizio un posto è rimasto vacante. Il primo ad andarsene è stato il giudice Maurizio Laudi, designato al Consiglio superiore della magistratura. Spiega il consigliere Palaja: «E così siamo rimasti in undici. Poi è stata la volta della dottoressa Donatella Masia, prima in maternità e ora trasferita alla procura della Re- pubblica. Il giudice Marilinda Mineccia per oltre un anno e mezzo sarà assente, impegnata nella commissione concorsi». E la «fuga» è continuata: «Il giudice Aldo Cuva prenderà quanto prima possesso del suo nuovo incarico di procuratore capo della Repubblica a Tortona. Non è finita, perché il giudice Piergiorgio Gosso è stato nominato presidente di sezione del tribunale. Tutti magistrati con notevole esperienza, la cui assenza si farà sentire. Dopo il periodo feriale c'è il rischio concreto che restino appena sette giudici, decisamente troppo pochi per far fronte agli impegni dell'ufficio». Mentre i giudici delle indagini preliminari diminuiscono, aumentano i sostituti procuratori: sono 24, oltre al procuratore capo e tre aggiunti. Secondo il dottor Alberto Oggè, «esi¬ ste un equilibrio ottimale nel rapporto numerico tra procura e gip, pressappoco di due a uno. A Milano ci sono 39 sostituti procuratori e 23 gip, a Napoli, 45 pm e 20 gip, a Genova, 10 pm e 6 gip. A Torino il rapporto doveva essere di 24 a 12 ma tra poco sarà di 24 a 7». Non mancano soltanto i magistrati ma anche il personale, cancellieri, segretari, ausiliari. Mentre con il vecchio codice il giudice istruttore poteva, all'occorrenza, fare tutto da solo, la riforma ha- previsto la presenza di un collaboratore di cancelleria per tutti gli atti (udienze di convalida, udienze preliminari, notifiche). Commenta il consigliere Palaja: «Quando la coperta diventa troppo corta non basta più. Le nostre sentenze devono essere comunicate immediatamente al casellario giudiziario: se il personale viene dirottato in udienza, questa trasmissione avviene con ritardo. 11 che vuol dire che al casellario risulta una situazione che non è quella reale». Conclude il dirigente: «Se l'ufficio del gip si blocca, si rischia di far tornare libere persone che devono stare in carcere. E' un rischio che finora abbiamo evitato ma non so per quanto tempo sarà possibile farlo». Claudio Cerasuolo La fuga dei magistrati dovuta a trasferimenti promozioni e altri incarichi Mancano anche cancellieri li dott. Maurizio Laudi ha lasciato l'ufficio dei Gip perché eletto nel Csm Il consigliere capo dei Gip Antonino Palaja (a fianco) e il suo vice Alberto Oggè (sopra)
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