Monaco amatissima per Arese

Monaco amatissima per Arese VENT'ANNI DOPO Monaco amatissima per Arese N mezzofondista «di taglia inglese» lo definivano i tecnici. Perché era alto (1,86) e sottile (65 chui), aveva una corsa leggera e regolare più una barbetta ascetica. Ma lui, Franco Arese, era nato in provincia di Cuneo, a Centallo, e girava il mondo parlando in piemontese col suo allenatore, Tino Bianco. La sua Olimpiade di Monaco fu amarissima. Un anno prima, nel 1971, Arese aveva vinto gli Europei sui 1500 e sapeva come tenere il passo degli americani tipo Liquori o dei keniani neri (lui li definiva «i piturà») tipo Keino e Boit. Ma nel 1972 lo mandò in crisi una tendinite e in Germa¬ nia Franco si ritrovò a corto di resistenza: vinse bene in batteria, sentì le gambe bloccarsi in semifinale, dopo un giro in testa. E addio sogni di medaglia. In tribuna Arese, sul podio dei 1500 a Monaco finirono il finlandese Vasala (primo in 3'36"3), Keino e il neozelandese Dixon. Keino aveva appena vinto l'oro sui 3000 siepi, rinnovando i successi di Messico 1968 (primo sui 1500 e secondo sui 5000). Da bambino faceva il guardiano di capre sugli altipiani del Kenya. Imparò a correre molto presto, ma non per fare soldi: per sfuggire ai leopardi. Antonio Tavarozzi

Persone citate: Antonio Tavarozzi, Dixon, Franco Arese, Keino, Tino Bianco

Luoghi citati: Arese, Centallo, Cuneo, Kenya, Messico, Monaco