Si spezza la favola del gabbiano Bubka di Giorgio Barberis

Si spezza la favola del gabbiano Bubka Tre salti nulli: la caduta del re dell'asta è la sorpresa più clamorosa dei Giochi Si spezza la favola del gabbiano Bubka BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Questa volta il gabbiano non è riuscito a volare più alto di tutti. Le sue ali parevano di piombo, l'asta con cui è tanto bravo a librarsi verso il cielo un bastone di legno. Incredibile, tre salti nulli e Sergei Bubka, lo zar del salto con l'asta, ha dovuto cedere il trono olimpico, fallendo così il bis del titolo conquistato quattro anni fa Seul. Sofferente al tendine d'Achille destro ormai da tempo, Bubka aveva rinunciato alle gare preolimpiche di luglio per riposarsi dopo aver ottenuto, il 13 giugno a Digione, l'ennesimo record (6,11) della sua fantastica carriera di saltatore, iniziata internazionalmente con la vittoria del titolo mondiale a Helsinki nel 1983. Da allora, fatta salva l'assenza olimpica di Los Angeles '84 legata al boicottaggio dei sovietici, per l'oggi ventinovenne ucraino (è nato a Voroshilovgrad il 4 dicembre 1963) è sta¬ to un susseguirsi di primati (30 fra quelli all'aperto e indoor) e di successi, anche se qualcuno particolarmente sofferto come a Seul dove, soltanto alla terza prova, saltò i 5,90 che gli permisero di superare Gataullin. Unica interruzione alla serie di vittorie gli Europei di Spalato '90, con un settimo posto che indusse molti a celebrarne una sorta di funerale. Il gabbiano si era arreso, la sua sfida per salire sempre più vicino al cielo pareva finita. Invece si era trattata di una giornata storta, quale anche al miglior domatore di aste può capitare. E difatti il 1992 ha portato Sergei a migliorare otto limiti (equamente divisi nelle due stagioni, invernale ed estiva) e a conquistare il suo terzo titolo Mondiale a Tokyo. La gara di ieri è stata simile a quella di Spalato, anche se quel giorno aveva evitato i tre nulli. Nell'indugiare fin dal primo salto davanti ai 5,70 scelti per l'esordio, mentre il cronometro scandiva il trascorrere dei due minuti concessi, Bubka dava l'impressione che qualcosa non funzionasse. Qualche passo di rincorsa, poi il tornare indietro: un atteggiamento insicuro, raro in un campione come lui. E il tentativo, effettuato disperatamente mentre il tempo stava scadendo, falliva. Addirittura Sergei non riusciva neppure a caricare il salto, a piegare cioè sufficientemente l'asta per essere catapultato in alto, e passava sotto l'asticella. Pochi attimi e l'ucraino tor- nava in pedana, muovendosi inquieto, fiutando la giornata difficile. Accelerava i tempi, saliva altissimo, ma ricadeva sull'asticella. A questo punto, anche per prendere qualche istante di riposo supplementare, rimandava il terzo tentativo alla misura successiva, 5,75. Niente da fare, salto sballatissimo e addio all'Olimpiade. Un altro campione costretto a ricordare i Giochi di Barcellona come quelli della sconfitta. La gara, a questo punto, perdeva significato diventando tecnicamente la più misera degli ultimi 12 anni. E per vincerla al ventiduenne Maxim Tarassov bastava l'aver superato al primo tentativo i 5,80, mentre gli spagnoli ottenevano un insperato terzo posto con Garda. Sergei Bubka, il gabbiano, intanto se ne era andato meditando probabilmente dove recarsi per tentare il prossimo record. Giorgio Barberis Sergei Bubka, il re dell'asta, dopo il suo terzo salto nullo: è il momento della sua clamorosa eliminazione

Persone citate: Bubka, Gataullin, Maxim Tarassov, Sergei Bubka

Luoghi citati: Barcellona, Helsinki, Los Angeles, Spalato, Tokyo