Raitre degli Anni Novanta sceglie il bieco avanspettacolo di Curzio Maltese
Raitre degli Anni Novanta sceglie il bieco avanspettacolo Raitre degli Anni Novanta sceglie il bieco avanspettacolo AVREI pagato una cifra per assistere a uno di quegli «intensi colloqui» che, secondo le cronache, «sono intercorsi» in questi giorni tra Angelo Guglielmi, direttore di Raitre, e Maurizio Mosca. Che cosa si saranno detti il fine poeta, fondatore del Gruppo '63, e l'ispiratore di Pazzarella? Si conosce solo l'esito: l'ingaggio di Mosca al «Processo del Lunedì». L'idea è di Guglielmi, che ha addirittura scavalcato il parere contrario di Aldo Biscardi. Prima di chinare il capo fulvo, il nostro barman sportivo, cui l'arrivo di Mosca consente finalmente qualche lusso intellettuale, ha tuonato: «Se Maurizio si mette a fare il buffone, lo caccio». Quasi fossimo all'Accademia dei Lincei. Mosca ha risposto sornione: «Sarà un bel match tra me e lui». Sulla distanza dei dieci congiuntivi, suppongo. Mosca lo ricordo in alcuni momenti importanti della stagione tv'91-92. DConunboadi piume mentre canta «L'edera» a «Calciomania». 2) Col pendolino da maghetto. 3) Vestito da juventino, che palpa il seno a una fanciulla vestita da Gullit («E' la marcatura a uomo», ride). Più un paio di numeri all'«Appello del Martedì», con Giucas Casella che tenta di trafiggergli la gola con uno spillone, purtroppo senza fortuna. E la volta in cui ha simpaticaI mente montato un teatrino di I insulti e gag in memoria dei 39 morti dell'Heysel. A quel punto la Fininvest gli intimò l'alt. La tv di Mosca era diventata «troppo volgare e fuori misura», a detta di Adriano Galliani, uno dei bracci destri del Dottore. Galliani, per capirci, è uno che come sente la parola «cultura» porta istintivamente la mano al telecomando. Ora, chi l'avrebbe detto, Mosca viene riabilitato dal teorico di Neo Avanguardia. Scandalizzarsi è banale, of course. D'altra parte l'acquisto di Mosca - che comunque, alla sua età, guadagna «appena» 8 milioni al mese, molto meno del mago Zurli - rientra in una più vasta strategia. Guglielmi insegue da anni la Parietti, ultima Marilyn dei poveri; ha sfidato l'antimafia pur di avere Franco Franchi; è in guerra con la Rai per aggiudicarsi Funari. Il suo sogno di maturo poeta, superata la tv-verità, pare uno solo: far rivivere l'avanspettacolo. Ma non l'antico, caro avanspettacolo di Macario, rievocato oggi da Raiuno. Piuttosto l'avanspettacolo guittesco e pecoreccio, rivisitato negli Anni 80 dalle tv «selvagge». E dunque, peti e aste porno, travestiti e strip casalinghi, risse da studio e da stadio, vallette disposte-a-tutto-pur-di-sfondare e maghi di Arcella, presentatori porcelloni e mercatini neri. «Colpo Grosso» più Wanna Marchi più l'antenna privata all'angolo, il genere che fa sganasciare i guardoni di «Mai dire tv». Al professor Guglielmi, collezionista del kitsch fine millennio, si possono segnalare altre chicche. A caso: il primo Ettore Andenna, presentatore dei giochi senza mutande della protoleghista Antenna 3 Lombardia; il mago Otelma; la figlia di Wanna Marchi e le madri delle girls di Boncompagni; er nano der Tufello e Giggetto lo scorreggione, compagno di giochi di Alvaro Vitali; e Giorgio Albertazzi recente apologeta del culo in una serata baudesca (ah, Benigni, quanto male hai fatto!). Venghino tutti, sièri, al circo di Raitre. Più danni della poliziotta Raffai, non potete fare. Curzio Maltese sse^J Angelo Guglielmi
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