Le prostitute difendono il giovane arrestato: ci sono altri assassini
Notti di sesso, eroina e morte L'incubo di Bolzano non è finito Le prostitute difendono il giovane arrestato: ci sono altri assassini Notti di sesso, eroina e morte L'incubo di Bolzano non è finito LE LUCCIOLE BOLZANO DAL NOSTRO INVIATO Al bar Cuè di Walther platz, a mezzanotte, i ragazzi parlano di Olimpiadi; nel centro della piazza buia e deserta quattro ragazze francesi giocano a prendersi; intorno, in viale stazione, via Dodici Ville, via Garibaldi, le prostitute raccontano di Marco Bergamo e della sua Ibiza rossa. «Era sempre qui, tutte le sere. Veniva, guardava, si allontanava, tornava, chiedeva... tutte noi, almeno una volta, ci siamo state». Poco lontano dalla stazione c'è il piazzale del benzinaio. Le macchine arrivano, si fermano un po', ripartono. Le tossiche, che le altre chiamano «droghine», fanno in fretta: cinque minuti'e via. In quell'angolo, nell'ombra, rimasuglio di estati di dehors, c'è un dondolo arrugginito. E' lì che hanno trovato la Renate Rauch. Era la mattina del 7 gennaio, sembrava un mucchietto di stracci, aveva la gola tagliata e il sangue di venti pugnalate addosso. E' stato Bergamo? Lina, la più famosa battona di Bolzano, non ci crede: «No, non è lui il mostro. L'altra notte non c'era luna piena...». E' appena cominciata questa storia del mostro di Bolzano e già vive di leggende, di gialli, di nuovi misteri. Marco Bergamo, saldatore di 26 anni, è in carcere e, per ora, non parla più. Ha confessato l'ultimo delitto perché l'hanno preso con le mani ancora sporche del sangue di Marika Zorzi, pugnalata ventisei volte in tutto il corpo la notte di mercoledì. Così come era accaduto per altre tre ragazze di Bolzano. Nel muro compatto del perbenismo sudtirolese la storia apre un taglio: non è qui che giusto un mese fa l'assessore della Volkspartei proibiva il topless ai laghi di Monticolo? E' qui che il conte Trapp nei giorni scorsi ha vietato l'ingresso ai turisti con i pantaloni corti nel suo castello di Coirà, in vai Venosta? Sì, ogni moralismo ha il suo rovescio e le notti del Sudtirolo sono affollate di fantasmi, talvolta di sangue. Giusto l'altra sera, giovedì, dopo 24 ore di lavoro continuo, il capitano dei carabinieri Valentini stava andando finalmente a dormire, quando è stato bruscamente richiamato dal centralino: «Capitano c'è un omicidio». Non ci voleva credere. Altra storia di follia: su in montagna, in un maso di Comedo, Hermann Lantschner, 28 anni, aveva piantato l'accetta sulla testa di Anna Vieider, 71 anni. «Era il diavolo, le ho visto spuntare le corna», ha detto il ragazzo. Marco Bergamo, timido e silenzioso maniaco, con una rispettosa esistenza di piccolo borghese, ora ha il mondo addosso. Quel mastino del sostituto procuratore Guido Rispoli, ha intenzione di andare fino in fondo. Ci sono gli altri tre delitti da confrontare; ci sono vecchi gialli insoluti da riaprire, a cominciare da quello di Marcella Casagrande, uccisa il 4 gennaio 1985, a 15 anni, in casa, mentre faceva i compiti. Sgozzata e tempestata di pugnalate, proprio come Renate Rauch, come Renate Troger e Marika Zorzi. E' il «modo», che fa sospettare di Bergamo; e una coincidenza: Marcella abitava al numero di 30 di via Visitazione, a qualche decina di metri da Bergamo. Le notti del sesso di Bolzano sono un gran via vai di automobili. Grandi, belle, potenti: arrivano da Brescia, da Verona, da Trento. Dalle valli. Qualche settimana fa, a Verona, in riva all'Adige, hanno trovato il corpo di Giovanni Brigadoi, 46 anni, di Predazzo, autista di pullman. Il fatto, per ora, è stato archiviato come suicidio. Ma chi lo sa. Il Giovanni da vent'anni frequentava le prostitute di Bolzano, aveva delle «manie», viaggiava sempre con un arsenale di coltelli, chiedeva alle ragazze di piantarglieli addosso, diceva - ci hanno raccontato tre biondone con Bmw e radiotelefono che battono in via Garibaldi - che sognava di «morire ucciso da una puttana». Corre la droga e corre l'alcol, qui in città e su per le valli. Ogni notte ha i suoi incidenti stradali da eccesso di velocità. Due anni fa facevano notizia i suicidi dei ragazzi con il gas di scarico delle auto. Adesso non fanno più notizia, ma i suicidi continuano. Gli ultimi sono stati due giovani sposi di Bressanone: hanno lasciato scritto che non avevano più ragioni per continuare a vivere. C'è una vena di follia in tutto questo, c'è una sindrome da riserva indiana, da città ricca, tranquilla, perbene, in questa Bolzano piena di fiori, così urba na, così pulita, così moralista anche nei confronti del suo po polo notturno. Mesi fa, l'asses sore Roland Atz fece schedare gli automobilisti frequentatori di prostitute in seguito alle prote ste della gente. E in quegli elen chi di auto e di targhe finì anche l'Ibiza rossa di Marco Bergamo. Dal suo maso, il più noto scrit tore altoatesino in lingua tede sca, Joseph Zoderer, testimone della difficile convivenza tra ita liani e sudtirolesi, conferma: «Il benessere diffuso ha cambiato tutto: ci sono tante libertà, ma poca capacità di amministrarle e pochissima cultura. Questa storia degli omicidi insoluti mi sembra davvero l'altra faccia dei suicidi di cui si parlava due anni fa». Ma Zoderer dice che non c'è una sindrome altoatesina, il ro vescio dei moralismi non è solo qui, non si può continuare guardare il Sudtirolo con i soliti schemi: «Ogni volta che mi in tervistano i giornali italiani, pubblicano foto di Schùtzen con i pantaloni di cuoio e questa co sa è insopportabile, non si arriva così a parlare dei veri problemi La realtà è più complicata dei soliti schemi: né moralisti, né puttanieri. Qui in Pusteria, dove abito io, c'è molta tolleranza, e nelle case dei montanari le non ne hanno sempre coccolato an che i figli illegittimi». Cesare Martinetti Lui non parla ma il coltello usato è un punto a suo sfavore Un altro ragazzo ammazza un'anziana «Dentro di lei c'era il Diavolo» A sinistra Marco Bergamo, mentre viene arrestato dopo l'omicidio dell'ultima «lucciola» in Alto Adige. Il giovane è sospettato di aver accoltellato a morte altre tre donne dall'inizio dell'anno. In alto, i carabinieri sul luogo del delitto Sotto Marika Zorzi, l'ultima prostituta uccisa a Bolzano. In basso a sinistra Renate Rauch, ammazzata il 7 gennaio scorso
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