Un fiume di droga negli ospedali di Maria Corbi
Un fiume di droga negli ospedali La denuncia di De Lorenzo, in corsia gli spacciatori lavorano indisturbati Un fiume di droga negli ospedali // ministro: troppi medici complici ROMA. Negli ospedali si spaccia. E' il grido d'allarme lanciato dal ministro della Sanità Francesco De Lorenzo che ha presentato ieri a Roma il rapporto semestrale dei Nuclei Antidroga. Il 10 luglio i carabinieri sono entrati in azione visitando a sorpresa strutture ospedaliere pubbliche e private, case di cure, farmacie e comunità per il recupero dei tossicodipendenti. Il bilancio di questa operazione diretta dal colonnello Gilberto Bianco è pesante: 20 arresti, 53 persone denunciate a piede libero, sequestro di eroina, cocaina e numerosi farmaci «controllati». Lo spaccio di droga nelle strutture ospedaliere non è un fatto nuovo. Finora non si è trovata una soluzione efficace e gli spacciatori continuano a fare il loro «lavoro» tra le corsie. Don Picchi, impegnato da anni nel recupero dei drogati, aveva da tempo avvertito il ministro De Lorenzo: «Attenzione che negli ospedali si spaccia». Le indagini fatte gli hanno dato ragione. Spesso poi ci sono medici «comprensivi» che prescrivono sostanze stupefacenti al tossicodipendente. Dall'inizio dell'anno ad oggi i carabinieri dei nuclei antidroga hanno denunciato 14 medici, sei dei quali sono stati arrestati a seguito di provvedimenti cautelativi emessi dalla magistratura. Di questi, quattro prescrivevano stupefacenti per uso non terapeutico intestandoli a pregiudicati per spaccio di droga. I medici «avvoltoi», noncuranti del giuramento di Ippocrate che impone loro di salvaguardare la vita dei pazienti, con la «ricetta facile» non sono più solo casi isolati. Nelle maglie della retata fatta dai carabinieri a metà luglio è caduto un medico di Bologna, adesso agli arresti domiciliari con l'accusa di «concussione». Intascava da tossicodipendenti e spacciatori 30mila lire per ogni prescrizione di «Temgesic», un potente stupefacente che al mercato nero costa 90mila lire a scatola. A lui si è giunti attraverso ispezioni alle farma¬ cie. Nella rete dei nuclei anti droga è finita anche Torino, dove è scoppiato il caso del «dottor Bo». E'questa l'identità assunta da un pregiudicato che prescriveva a una folta schiera di clienti, anche inesistenti, compresse di «plegine», uno stimolante a base di anfetamine. Non è la prima volta che si scopre un traffico di questo farmaco dagli effetti potenti e nocivi, che procura danni non solo a drogati abituali ma anche a ragazzi sprovveduti che lo prendono per le sue «proprietà» dimagranti o per passare una notte svegli sui libri. «La situazione dei medici - ha detto De Lorenzo - è estremamente preoccupante tanto che ho dovuto informare la federazione degli ordini perché intervenga nei confronti di quei pochi medici che si rendono responsabili di reati che sono inimmaginabili per la categoria». «Questi - ha aggiunto - sono falsi medici, sono sì iscritti all'albo ma io non li considero tali. Se avessi i loro nomi, ancora riservati per motivi giudiziari, li renderei noti, perché devono essere esposti al pubblico ludibrio». Per Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele, sui medici non è giusto generalizzare: «A volte si è costretti al sostegno farmacologico per dare una mano alla persona che vuole uscire dal tunnel della droga ma che ancora non è pronta ad una scelta di astinenza. La legge individua dei confini, a volte però il medico è costretto a fare delle forzature». Ma ieri al ministero della Sanità non si è parlato solo di droga, il ministro De Lorenzo ha fatto anche una panoramica sulla situazione trovata dai carabinieri del nucleo antisofisticazione nelle case di cura per anziani e nelle ditte alimentari. Buone notizie per gli anziani, dato che non ne è stato trovato nessuno maltrattato o in stato di abbandono, un po' meno buone per le sofisticazioni dei cibi. Il settore alimentare ad alto rischio continua ad essere quello degli olii e dei grassi saturi. Maria Corbi Il ministro della Sanità, De Lorenzo
Persone citate: De Lorenzo, Don Luigi Ciotti, Francesco De Lorenzo, Gilberto Bianco, Sanità Francesco
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