«Uccisi 20 mila bambini»

« Uccisi 20 mila bambini » « Uccisi 20 mila bambini » Da due mesi l'Onu sapeva dei lager ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Fino al 9 maggio gli uomini di Arkan e di Seselj avevano già ucciso una cinquantina di persone a Bratunac. Trovavamo i cadaveri dei nostri vicini sulle sponde della Drina. Quel giorno mi hanno arrestato e portato allo stadio con altri 2 mila musulmani... I poliziotti serbi mi hanno fatto stendere per terra, e mi hanno preso a calci chiedendomi di consegnare le armi che non avevo. Poi mi hanno portato in una stanza vicina dove si trovavano già venti musulmani che venivano picchiati con spranghe di ferro, calci di fucile e manganelli. Poi Branko Jovanovic mi ha detto: "Adesso vedrai come picchiano i serbi" e mi ha colpito col fucile in pieno petto. Mi ha rotto le costole. Mi hanno riportato in seguito nello stadio tra gli altri ostaggi. Ci hanno ripetutamente picchiato. Fino a mezzanotte avevano già ucciso tra le 30 e le 50 persone. Hanno preso da parte l'imam Mustafa Mujkanovic. L'hanno picchiato sul dorso chiedendogli di convertirsi e di alzare la mano con tre dita sollevate (è il segno simbolo dei serbi, ndr). Costretti dalle botte, molti tenevano già le tre dita sollevate. Mustafa si è rifiutato. L'hanno picchiato nuovamente. Poi con un coltello gli hanno trapassato la gola. L'imam ha perso coscienza. L'hanno accoltellato ancora due volte ed è spirato. I cadaveri venivano bruciati vicino alla finestra. Ci costringevano a guardare e ingoiare il fumo...». La testimonianza è di Resid Hasanovic, un giovane tecnico musulmano, originario di Bratunac. Oltre alla sua altre dieci dichiarazioni firmate con nome e cognome fanno parte del rapporto «sulle distruzioni di guerra, violazioni dei diritti umani e crimini contro l'umanità in Bosnia e Erzegovina» presentato ieri ai giornalisti dall'organizzazione umanitaria bosmaca «Salvate l'umanità». Zlatko Hurtic, presidente dell'associazione, precisa che hanno racr colto più di mille testimonianze sui 94 campi di concentramento che i serbi tengono in Bosnia. «Anche se da quattro mesi nessuno può mettere piede nelle zone occupate, calcoliamo che ci sono più di 200 mila detenuti nei campi, di cui ne sono stati uccisi almeno 20 mila». Secondo un'altra testimonianza resa da Mirsad, un musulmano fuggito a Londra, i prigionieri di un campo vicino alla città di Brcko sono stati sbranati da cani. Anche il ministro bosniaco per le Attività Umanitarie Martin Roguz conferma Je atrocità subite dai musulmani e dai croati. «Abbiamo più di un milione e 700 mila profughi, di cui il 40 per cento sono bambini sotto i 14 anni di età. Il numero dei morti ha superato le 100 mila persone». Secondo il capo della comunità islamica dell'ex Jugoslavia, Jakub Selimovski, tra le vittime ci sarebbero 20 mila bambini. «Questo è il terzo rapporto che presentiamo. Il primo l'abbiamo mandato due mesi fa alle' Croce Rossa internazionale, al segretario generale dell'Onu Boutros Ghali e al comandante dei caschi blu generale Satish Nambiar. Non abbiamo avuto nessuna risposta». Ieri il capo dei serbi della Bosnia, Radovan Karadzic, ha ammesso che i prigionieri sono denutriti, ma che il problema riguarda anche i serbi che spesso hanno poco da mangiare. Intanto la guerra continua a divampare in tutta la Bosnia. Durante i bombardamenti di Sarajevo alcune granate hanno colpito il quartier generale dei caschi blu, dove quattro soldati sono rimasti feriti. Ingrid Badurina

Persone citate: Boutros Ghali, Branko Jovanovic, Ingrid Badurina, Jakub Selimovski, Martin Roguz, Mirsad, Mustafa Mujkanovic, Radovan Karadzic, Satish Nambiar, Seselj

Luoghi citati: Jugoslavia, Londra, Sarajevo, Zagabria