Il fisco Usa diventa Robin Hood di Franco Pantarelli

Il fisco Usa diventa Robin Hood Il Congresso obbliga i ricchi a aumentare i contributi per i bambini poveri Il fisco Usa diventa Robin Hood Colpiti dalla legge i redditi superiori al miliardo Magli uomini della Casa Bianca annunciano il veto NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Per il «New York Times» si è trattato di «una straordinaria occasione di agire come Robin Hood», il quale com'è noto rubava ai ricchi per aiutare i poveri. E infatti la nuova legge passata ieri dalla Camera dei rappresentanti americana colpisce i redditi superiori al milione di dollari l'anno per incrementare l'aiuto ai bambini poveri, il cui numero negli Stati Uniti è ormai calcolato in cinque milioni. A votare a favore della legge sono stati 256 deputati contro 163 e questo fa pensare che la «svolta» non sia poi così scontata. Gli uomini della Casa Bianca hanno già detto che raccomanderanno al presidente George Bush di porre il suo veto, e se lui deciderà di farlo, quei voti non basteranno a salvare la legge. Per rovesciare un veto presidenziale, infatti, occorre una maggioranza dei due terzi, per cui almeno una trentina di quelli che ieri hanno votato contro dovrebbero cambiare parere. «In pratica questa legge chiede ai ricchissimi di questo Paese, dalle sei alle diecimila persone, di pagare un po' più' di tasse per aiutare i bambini più bisognosi e le loro famiglie», ha detto il deputato della California Leon Panetta, uno di quelli che si è più battutro per arrivare a vararla. Ma quei ricchissimi non sono molto d'accordo. In genere, la loro generosità preferiscono manifestarla attraverso i contributi alle iniziative filantropiche, che hanno il pregio di avvenire attraverso splendidi «parties» ed anche di risultare poi «deducibili» dall'imponibile fiscale, piuttosto che attraverso una legge. I loro guadagni netti, cioè dopo avere già pagato le tasse che attualmente gravano su di loro, è stato calcolato che hanno subito un aumento del 104 per cento dal 1977 al 1989, in parte proprio grazie alle riduzioni fiscali operate da Ronald Reagan e strenuamente difese da Bush, che considera essenziale all'economia americana la salvaguardia del «capital gain». A pensarci bene, ha aggiunto il «New York Times» proseguendo nel suo paragone con Robin Hood, «la sola differenza sta nel fatto che in questa caso non si tratta di furto ma di elementare equità». Se la legge soprawiverà, frutterà circa sette miliardi di dollari in cinque anni. La metà sarà usata per i buoni pasto, che sono gestiti direttamente dal governo federale, l'altra metà sarà destinata ai singoli Stati che potranno così incrementare le loro inziative in favore delle famiglie bisognose, e in questo caso costituirà una specie di razionalizzazione destinata a consenti¬ re anche un risparmio. Con quei soldi, infatti, molte famiglie saranno messe in grado di evitare di «abbandonare» i propri figli, i quali poi finiscono in «foster care», cioè presso famiglie che si impegnano a curarsi di loro in cambio di una somma che lo Stato fornise loro. Costo dell'assistenza diretta: 4500 dollari l'anno a bambino; costo del «foster care» 12000 dollari. Porrà Bush il suo veto? La previsione è difficile. In tempi elettorali, compiere un gesto del genere potrebbe scatenargli addosso ana valanga di critiche, e questa non è una cosa di cui abbia precisamente bisogno. Ma se non pone il suo veto e lascia che questa legge diventi operativa, i repubblicani conservatori che già sono scesi in campo contro di lui, in alcuni casi esortandolo pubblicamente a farsi da parte «per il bene dell'America», avranno una ragione in più per fargli la guerra. E' un dilemma maledettamente difficile, che si aggiunge a quelli già esistenti e che si chiamano aborto, difficoltà economiche, «perdita d'immagine» complessiva. L'unica cosa «secondaria», nella sua decisione se porre o no il veto, sarà comunque il pensiero concreto di quei cinque milioni di bambini. Franco Pantarelli Un bambino senza tetto a New York: per Bush una nuova sfida

Persone citate: Bush, George Bush, Leon Panetta, Robin Hood, Ronald Reagan

Luoghi citati: California, New York, Stati Uniti, Usa