Varese preso anche l'ex sindaco dc

Varese, preso anche l'ex sindaco dcVarese, preso anche l'ex sindaco dc E'Maurizio Sabatini, era a pescare in Svizzera VARESE DAL NOSTRO INVIATO Avanti che c'è posto. Dopo il sindaco psi Luciano Bronzi, finisce nel carcere dei Miogni l'ex sindaco de Maurizio Sabatini. Che colpo, per Varese. Prevedibile, forse scontato, ma pur sempre colpo duro. I sindaci degli ultimi dieci anni, anni d'oro delle tangenti, 5% per ogni appalto, buttati lì, con tanto di foto, sulla prima pagina de «La Prealpina». Mino Durand, il direttore, commenta con un fondo dal titolo severo. E' «la rabbia della città che si sente tradita». Che assiste al patatrac di chi, rispettato e temuto fino a qualche ora fa, vede rovinar se stesso e l'immacolata immagine varesina. Preso, questo ex sindaco che era andato a latitare nel Canton Ticino, a pesca di trote nelle valli, come si tiran su i coregoni d'allevamento. Con l'esca finta. «Con uno stratagemma», come spiega il giudice Agostino Abate. Già, perché Sabatini era atteso ai Miogni dall'altro ieri, proprio assieme al sindaco Bronzi. Ma a casa non l'avevano trovato. «C'è qualche provvedimento nei suoi confronti?», erano corsi a palazzo di giustizia Sergio Martelli e Antonio Monaco, i suoi difensori: «E' all'estero, ma se è per chiarimenti torna subito». E che deve rispondere un giudice che ha appena firmato l'ordine di arresto? Abate li aveva, come dire?, tranquillizzati. «C'è un avviso di garanzia...». Così l'ex sindaco, generazione dei quarantenni, ciellino di poche parole e grandi ironie, aveva lasciato le valli e ieri mattina, dopo una multa di 20 franchi svizzeri per guida senza le cinture di sicurezza allacciate, era a Lugano, appuntamento con gli avvocati. «Se è così, allora torno». Canne da pesca nel bagagliaio dell'auto, quando è arrivato davanti al Tribunale di Varese non ha trovato nessuno, tranne quel giovanotto un po' scamiciato che lo lascia passare e poi dice: «Lei è Sabatini? E questo è l'ordine di arresto». Avvocati più pallidi del cliente: «Ma come?». Il giudice soddisfatto: «Stupiti? Allora lo stratagemma ha funzionato». A mezzogiorno, quando Sabatini lascia palazzo di giustizia, fuori c'è una discreta folla. Corrono le voci. L'han ciapà. Fine della carriera politica dell'ex sindaco più giovane d'Italia, anche se ignoto fino all'85, data dell'investitura. Lapidario, lo scrittore Piero Chiara l'aveva salutato con otto parole: «Hanno eletto quello che nessuno sapeva chi fosse». Poi, forte dell'appoggio di CI, sì che si era fatto conoscere. «Faccia d'angelo» il suo soprannome. Anche per Sabatini, come per Bronzi, nessun comunicato dopo l'arresto. Con qualche imbarazzo, dalla sede del Movimento Popolare fanno sapere di essere «estranei», affari suoi. Altro colpo all'immagine. Sabatini, qui, era quel che Roberto Formigoni è in tutta Italia. Con l'altro ex sindaco Giuseppe Gibilisco, e l'ex parlamentare Costante Por- tatadino, voci e facce di CI e Mp. Da qualche tempo, però. Sabatini aveva iniziato il dietrofront dalla politica pura. Passata la poltrona da sindaco al psi Bronzi, dopo le elezioni del '90 aveva preferito abbandonare anche il Consiglio comunale. Ma con Sabatini, per Varese e le tangenti (secondo i giudici) erano stati gli anni dei grandi affari. I progetti. La nascita di società miste, Comune e privati amici dei politici. La città che diventa cantiere: il nuovo palazzo di giustizia, il mercato ortofrutticolo, il nuovo Palasport, il teleriscaldamento, parcheggi sotterranei, nuovo teatro, nuovo ospedale. Il sindaco de, in quegli anni, aveva fatto la sua comparata come vicepresidente delle Ferrovie Nord; era rimasto presidente della «Asteco», cooperativa bianca del mattone; aveva superato, come «Asteco», anche una denuncia per evasione. L'inchiesta dice che Sabatini e Bronzi erano fin troppo interessati ai progetti per la Varese del 2000. E a dirlo, anzi a confermare, è Enrico Broggi, il de più votato alle ultime elezioni amministrative, il manager che si è costituito sabato scorso dopo 80 giorni di latitanza interrotti da minacce pesanti. Per gli appassionati di Tangentopoli, Broggi ricorda molto Roberto Mongini, ex presidente della de milanese: tant'è che sono amiconi. Mongini ha confessato dopo 17 giorni a San Vittore. Broggi è stato più veloce, e proprio ieri, dopo cinque giorni, se n'è uscito dal carcere. Cella libera, per Sabatini. Giovanni Cerniti L'ex sindaco Maurizio Sabatini

Luoghi citati: Canton Ticino, Italia, Lugano, Varese