«L'orso» e i dolori di Dionisi

«L'orso» e i dolori di Dionisi «L'orso» e i dolori di Dionisi LLORA «bastavano» 5 .metri e 50 per vincere un'Olimpiade nel salto con l'asta. Ai tempi dei Giochi di Monaco, nel 1972, Sergei Bubka aveva nove anni, mangiava tante mele nelle campagne dell'Ucraina e faceva tanti sport di quelli con la palla, non con l'asta. Ne aveva 29 Wolfgang Nordwig, nato in Germania Orientale, vincitore a sorpresa di una medaglia d'oro che nella storia di Olimpia era da sempre riservata agli americani: 16 vittorie per atleti Usa fra il 1989 e il 1968. Agonista dei nervi d'acciaio, Nordwig a Monaco riuscì a far meglio di Seagren, salendo sino ai 5 metri e mezzo con calma glaciale. Laureato in ingegneria con l'hobby della fotografia, aveva un carattere chiuso, i compagni lo chiamavano «l'orso solitario». Doveva esserci in finale anche Renato Dionisi, che noi chiamavamo «cavallo pazzo». Bloccato dai tendini infiammati, arrivò a Monaco dopo 2 mesi di sosta forzata, con un piede dolorante. Fece tre salti nulli nelle qualificazioni, a 4 metri e 80 e buttò nel prato la sua bella asta nuova che arrivava dal Nevada. Una lancia inutile per gli assalti del guerriero che aveva battuto tre anni prima quell'orso tedesco. Antonio Tava rozzi Renato Dionisi

Persone citate: Antonio Tava, Dionisi, Nordwig, Renato Dionisi, Sergei Bubka, Wolfgang Nordwig

Luoghi citati: Germania Orientale, Monaco, Nevada, Ucraina, Usa