I killer al ragazzo: «Vattene qui dentro moriranno tutti»

I killer al ragazzo: «Vattene qui dentro moriranno tutti» Villa Literno, fanno uscire il giovane e massacrano proprietario del garage, il dipendente e un cliente I killer al ragazzo: «Vattene qui dentro moriranno tutti» NAPOLI NOSTRO SERVIZIO I quattro killer avanzano nell'afa della sera, l'ordine è preciso: c'è una missione di morte da eseguire. L'obiettivo è un'officina per auto sulla strada provinciale tra Qualiano e Villa Literno, una lunga striscia d'asfalto che lega la provincia di Napoli con quella casertana. Ma prima di far fuoco con le lupare, i killer decidono di risparmiare almeno la vita di un ragazzo di 15 anni, apprendista meccanico e unico testimone di una strage. Gli dicono di andar via, poi sparano a raffica e uno dopo l'altro cadono i corpi senza vita di tre persone. Un eccidio apparentemente inspiegabile, se si scava nell'esistenza privata delle vittime: incensurati il proprietario e un dipendente dell'officina, con un piccolo precedente per truffa il terzo morto, un cliente. Ma i carabinieri non hanno dubbi: la tecnica usata dal commando è quella che la camorra riserva ai suoi nemici. E nel buio fitto delle prime indagini, si profila un'inquietante ipotesi: una delle vittime potrebbe aver pagato con la vita per una «soffiata» che ha consentito, alcuni giorni fa, l'arresto di un noto boss della zona. Il triplice delitto ha avuto per teatro un paese dove la criminalità organizzata la fa da padrone. Alle bande locali si sono aggiunte quelle costituite dagli immigrati nordafricani che con l'estate arrivano a migliaia nella provincia casertana: molti trovano un lavoro sia pure precario nei campi di pomodoro, altri finiscono con l'ingrossare le fila dei trafficanti e spacciatori di droga. L'agguato, avvenuto ieri sera, poco prima che l'officina chiudesse, presenta tutte le caratteristiche di un regolamento di conti. Nel mirino è finito il titolare, Antonio Diano, 32 anni, che non aveva conti in sospeso con la giustizia, come il suo aiutante, Nicola Palumbo, 30 anni. Con loro è stato eliminato un cliente, Antonio Di Bona, 56 anni, l'unico con la fedina penale sporca, sia pure per una condanna per truffa. La dinamica della sparatoria non è stata ancora chiarita nei dettagli. L'unico che può aiu¬ tare gli inquirenti è quel ragazzo che i sicari hanno voluto risparmiare. Forse venivano da fuori, non erano conosciuti a Villa Literno, e un testimone non poteva far certo loro paura. Lui, il quindicenne, ora è in ospedale: «E' ancora sotto choc - dicono i medici - Bisogna aspettare che si riprenda da questa terribile esperienza». La sequenza comincia poco prima delle 9 di sera. Ormai è buio, ma nell'officina le luci sono ancora accese. Il proprietario si sta attardando con l'ultimo cliente, Antonio Di Bona. Con lui c'è Nicola Palumbo che ha già nelle mani le chiavi della saracinesca. All'improvviso si sente il rombo di un motore e gli sportelli di un'auto che si chiudono. I killer sono quattro, hanno la faccia coperta da calze di nylon e imbracciano le lupare. Con un gesto brusco, uno degli assassini afferra l'apprendista per una spalla e lo scaraventa fuori. «Vattene, è meglio per te». Poi nell'officina si scatena l'inferno. I quattro sparano contemporaneamente: una fucilazione in piena regola. Uno dopo l'altro, crollano sul pavimento Antonio Diano e il suo dipendente, con i volti sfigurati. Per loro non c'è scampo, muoiono all'istante. L'altro, il cliente, resta gravemente ferito, ma il terrore gli dà la forza di strisciare verso un autocarro parcheggiato nella rimessa. Tenta invano di nascondersi, accucciandosi sotto il pesante mezzo. Ma è tutto inutile. I sicari lo afferrano per una caviglia, lo trascinano allo scoperto. Uno gli appoggia la canna sulla testa e preme per l'ultima volta il grilletto: la missio¬ ne è compiuta. Il commando prende posto sull'auto di grossa cilindrata usata per l'agguato e scompare nella sera, verso i paesoni che si susseguono senza soluzione di continuità. Poco dopo la strada pullula di uomini in divisa e di auto con i lampeggianti accesi. I carabinieri raccolgono quel ragazzino testimone della prima fase dell'agguato: trema come una foglia, non riesce a spiccicare una parola. Ed ora tocca agli investigatori cercare una chiave di lettura per quest'ennesima mattanza. Qui, nel Casertano, la camora si dà battaglia da anni, contendendosi le spoglie dell'impero del boss Antonio Bardellino, scomparso in Brasile due anni or sono. Mariella Cirillo Hi Il sindaco Rizzo ricorda a Palermo, presidiata dai soldati, gli omicidi di Gaetano Costa e Ninni Cassare

Luoghi citati: Brasile, Napoli, Palermo, Qualiano, Villa Literno