Sette anni di galera ai gay

Sette anni di galera ai gay NICARAGUA Sull'omosessualità la legge arretra fino ai tempi di Somoza Sette anni di galera ai gay // regime sandinista aveva abrogato la norma, il nuovo governo la rilamia Difficilmente la presidente Chamorro porrà il veto per non irritare la Chiesa SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO La decisione ora spetta alla presidentessa Violeta Chamorro, che potrebbe porre il veto alla legge. Ma non è probabile - dicono i suoi collaboratori - perché la signora Chamorro ò molto religiosa e non farebbe nulla che possa offendere la Chiesa cattolica. E così, il Nicaragua sembra destinato ad essere, dopo il Cile, il secondo Paese latino americano in cui l'omosessualità è proibita dal codice penale, con pene che possono arrivare fino a sette anni di carcere. L'articolo anti-gay è stato approvato durante la revisione del codice nicaraguense, iniziata alcuni mesi fa. Anche la vecchia legge, in vigore dai tempi del dittatore Somoza, considerava l'omosessualità un crimine, ma dopo il 1979 i sandinisti non la applicarono più. «Da allora le cose sono migliorate un po' - dice Assel Fonseca, leader di un piccolo gruppo di donne omosessuali di Managua - e speravamo che al momento della revisione del codice penale fosse possibile abolire formalmente la criminalizzazione dei gay». Invece, col voto dei parlamentari della Uno, la coalizione che nel 1990 ha eletto la signora Chamorro alla presidenza, e l'inutile opposizione dei deputati sandinisti, è stato approvato un emendamento che rende la legge ancora più dura. Mentre il vecchio codice condannava gli atti omosessuali «che oltraggiano la morale pubblica», l'art. 205 del nuovo codice prevede oggi il crimine di «sodomia» per chiunque «induce, promuove, propaganda o pratica in modo scandaloso la coabitazione tra individui dello stesso sesso». «La legge è estremamente vaga e potrebbe essere usata per colpire cittadini adulti che abbiano scelto liberamente di avere una relazione omosessuale allerta un comunicato di Amnesty International -. L'articolo 205 sembra finalizzato a criminalizzare l'espressione dell'identità omosessuale, in un modo che potrebbe portare alla violazione dei diritti umani fonda¬ mentali. Se qualcuno fosse incarcerato per questo motivo, ne chiederemmo l'immediata liberazione come «prigioniero di coscienza». Per estensione, la nuova legge potrebbe persino portare alla condanna di libri o film dedicati al mondo gay. «La signora Chamorro ha combattuto la censura contro la stampa sin dai tempi di Somoza, quando suo marito venne assassinato per gli articoli contro la dittatura pubblicati sul giornale "La Prensa". E' incredibile che proprio lei possa ratificare una legge simile - dice Enrique Asis, coordinatore della Commissione internazionale per i diritti umani dei gay, una organizzazione di Washington -. Ma la coalizione Uno ha ricevuto in passato grandi appoggi da alcuni settori dei repubblicani americani e del partito conservatore inglese, che nei rispettivi Paesi si battono a loro volta per criminalizzare gli omosessuali». In effetti, sembra che a spingere per l'approvazione dell'articolo 205 sia stato soprattutto il presidente dell'Assemblea nazionale, Alfredo Cesar, uno dei «falchi» della Uno che combattono aspramente la politica di dialogo e di accordi coi sandinisti difesa dalla signora Chamorro. A sostenere apertamente l'iniziativa è stato anche il cardinale Obando y Bravo, conservatore ed antisandinista di provata fede. Gianluca Bevilacqua

Luoghi citati: Cile, Managua, Nicaragua, Washington