Cernobil incubo sotto le ceneri

Cernobil, incubo sotto le ceneri Le radiazioni sciolgono la protezione, gli esperti: presto la catastrofe bis Cernobil, incubo sotto le ceneri Mille metri quadri di crepe nel sarcofago MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Il «sarcofago» che ha seppellito il reattore nucleare di Cernobil «sta andando in pezzi». «La situazione è imprevedibile». «C'è il rischio del ripetersi di un incidente nucleare». Chi dice queste cose è Vladimir Scerbina, responsabile principale del «sarcofago», l'uomo che ha l'incarico di tenere sotto controllo la situazione e che ha deciso di lanciare l'allarme. L'agenzia Interfax - che ha diffuso le sue dichiarazioni, seguita, ieri sera, dal telegiornale Novosti del primo canale russo - riferisce dettagli impressionanti. La superficie dell'immensa bara di cemento armato che circonda le macerie del secondo blocco della centrale nucleare, presenta una vasta zona di vere e proprie fenditure - «all'incirca mille metri quadrati» - da cui fuoriescono radiazioni. E il processo di sgretolamento della copertura si estende «sotto l'azione della fuga di radionuclidi». Scerbina ha parlato in una conferenza stampa organizzata a Kiev dal Comitato per la pace e dal partito dei Verdi ucraini che hanno denunciato, tra l'altro, l'incredibile decisione della direzione della centrale nucleare, che ha avviato i lavori di ripristino del primo e terzo reattore nelle immediate vicinanze del «sarcofago». Sembra che qualcuno abbia ordinato la prossima entrata in funzione dei due reattori, nonostante la decisione contraria del Soviet supremo ucraino che, il 29 ottobre 1991, aveva decretato la messa in «stato di conservazione» dell'intera centrale. Si presume che, nella confusione estrema che con- traddistingue le azioni dei poteri statali ucraini, l'acuta carenza di energia elettrica abbia indotto il ministero competente ad aggirare la decisione del Parlamento, ignorando i ripetuti avvertimenti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che considera altamente pericolosi tutti e tre i rimanenti reattori nucleari della centrale di Cernobil. Recentemente altri analoghi allarmi erano apparsi sulla stampa russa e ucraina. Esperti del ministero dell'Energia ato¬ mica avevano rilevato il pericolo persistente di uno «sfondamento» della sottile base di cemento armato che sosteneva il nocciolo del reattore. Secondo l'analisi del vicepresidente dell'Accademia delle Scienze ucraina, Bariakhtar, «il sarcofago non è costruito come sarebbe stato necessario. Si tratta di una struttura provvisoria, calcolata per reggere non più di un trentina d'anni». Ma fin dall'inizio «esso presentava varchi che, con radiazioni dell'ordine di mille roentgen, era impossibile turare». Nello stesso tempo - prosegue Bariakhtar - la massa radioattiva è soggetta a processi di ossidazione, i cui residui penetrano nel terreno. Il che costituisce un serio pericolo addizionale di inquinamento radioattivo, in questo caso sotterraneo». Là sotto rimangono 1659 cassette di combustibile nucleare, qualcosa come 180 tonnellate di sorgenti radioattive, seppellite a loro volta da 70 mila tonnellate di rottami di ferro e di vetro, da un enorme ammasso di sabbia (quella sganciata dagli elicotteri per soffocare l'incendio nelle prime ore successive all'esplosione del 1986): il tutto ormai intoccabile, intrasportabile. Nessuno ha mai dovuto affrontare un problema del genere, non esistono tecnologie sicure. L'unica soluzione avanzata è quella di costruire un secondo sarcofago, che - come una gigantesca «matrioshka» - racchiuda il primo. Ma i costi sono proibitivi. Giuliette- Chiesa

Persone citate: Scerbina, Vladimir Scerbina

Luoghi citati: Kiev, Mosca