Riscoperta la lingua di Piossasco

Riscoperta la lingua di Piossasco Nuova indagine Riscoperta la lingua di Piossasco Cosa significano e da dove derivano i termini «robataboe», oppure «gaogolin», o «péra ed cavai» o «biscione» che, insieme a centinaia di altri, indicano le diverse zone di Piossasco? Vogliono scoprirlo i ricercatori dell'associazione «Lapis» e dell'istituto di fonetica dell'Università di Torino che stanno catalogando i circa mille toponimi caratteristici della città. Il lavoro si colloca nell'ambito della realizzazione dell' «Atlante toponomastico montano del Piemonte». L'iniziativa, finanziata dalla Regione, si deve soprattutto al professor Ugo Genre, docente all'istituto di fonetica: «Voghamo provvedere ad una raccolta di questi termini che si riferiscono ad una tradizione popolare che noi cerchiamo di salvare anche in questo modo. E possiamo rivolgerci solo a comunità mediopiccole, perché una ricerca simile sarebbe impossibile nelle grandi città». I ricercatori devono raccogliere testimonianze scritte e orali, confrontare il materiale, proporre interpretazioni che riducano al minimo l'errore casuale. Non per nulla, sebbene il progetto abbia già dieci anni di vita, sinora è stato pubblicato solo un volume dell'Atlante, quello relativo ad una cittadina cuneese della Val Stura: Gaiola. Il secondo volume sarà dedicato a Piossasco, dove l'iniziativa è stata accolta con maggiore interesse rispetto ad altre 30 cittadine coinvolte. Ma il progetto del gruppo «Lapis» non si ferma qui. Gli associati stanno rimettendo a posto l'archivio storico comunale, del quale intendono servirsi per recuperare tradizioni caratteristiche dei secoli scorsi, da presentare nel «Museo della memoria», ospitato presso l'ex chiesa del Carmine, in via Roma 7.

Persone citate: Ugo Genre

Luoghi citati: Gaiola, Piemonte, Piossasco