Il Paradiso si sta sciogliendo
Il Paradiso si sia sciogliendo Allarmanti dati del Comitato glaciologia): risorse idriche in pericolo Il Paradiso si sia sciogliendo Sempre più piccoli i ghiacciai del Parco Il Parco nazionale del Gran Paradiso resterà senza ghiacciai? E' probabile stando al costante processo di arretramento delle nevi perenni rilevato dai ricercatori del Comitato glaciologico italiano che hanno portato a termine uno studio sul clima e sui ghiacciai delle valli Orco e Soana, in collaborazione con l'Azienda Energetica municipale di Torino. Spiega il direttore dell'Aem, Giovanni Burzio: «Per la prima volta si è voluto fare della ricerca climatologica non uno sterile esercizio fine a sé stesso, ma un utile strumento al servizio di chi come la nostra azienda, con il clima alpino, deve pianificare, progettare, costruire e produrre». E dai dati raccolti nell'annata idrologica 90-91, arriva la conferma che anche i ghiacciai del Gran Paradiso, come del resto sta avvenendo su tutti i contrafforti delle Alpi, stanno diventando sempre più piccoli. Spiega Luca Mercalli, uno dei glaciologi autori della impor¬ tante ricerca: «L'arretramento è da attribuire non tanto alle precipitazioni nevose invernali non sempre intense, quanto alle elevate temperature estive e ai lunghi periodi di stabilità atmosferica e intenso soleggiamento che hanno favorito la scomparsa del manto nevoso residuo». Così in un solo anno, ad esempio, il ghiacciaio centrale del Nel, alla base delle Tre Levanne, è arretrato di quindici metri: «Un vero record negativo - dicono i ricercatori - per il ghiacciaio più possente ed esteso della valle Orco con i suoi 2 chilometri quadrati di superficie». A godere la salute migliore, cioè ad essere arretrato di meno, è il ghiacciaio orientale del Carro, che fra il '90 e e il 91 è diminuito di appena un metro. Aggiunge Mercalli: «Abbiamo poi scoperto che il ghiacciaio della Punta Basei ha subito un arretramento frontale di oltre tre metri, un valore assai elevato rispetto alla sua morfologia». Questo ghiacciaio rappresenta l'elemento campione nell'ambito del World Glacier Monitoring Service: nel censimento dell'83 nelle due valli piemontesi del Parco del Gran Paradiso, veniva accertata una superficie complessiva dei ghiacciai pari a 14,28 chilometri quadrati: «Ma è certo che al prossimo censimento l'estensione glaciologica sarà nettamente inferiore». Con tutte le conseguenze immaginabili. Aggiunge Mercalli: «Per l'Aem, che concentra in valle Orco i suoi principali impianti idroelettrici, l'arretramento dei ghiacciai si traduce in una diminuzione di acqua che va ad alimentare i propri invasi. Così come l'andamento climatico caratterizzato dalla siccità altera l'equilibrio idrico di tutto questo territorio». Azienda Energetica e Comitato glaciologico italiano, presieduto dal professor Augusto Biancotti, hanno deciso di proseguire in questa ricerca che dovrà portare, osserva ancora Burzio, «ad una più oculata gestione delle risorse idriche». Sorvegliato speciale è anche un ghiacciaio dell'alta Valsoana, quello di Ciardoney, dove Luca Mercalli, assieme a Louis Reynaud, ricercatore di Grenoble, e a Domenico Brizio, del Museo Craveri di Bra, tornerà a settembre per completare le misurazioni della massa nevosa. Guido Novaria FRANCIA VALLI DI LANZO Nella cartina sono indicati i ghiacciai che rientrano nella ricerca condotta dal Comitato glaciologia) italiano in collaborazione con l'Acni: I) Ghiacciai del Forno e del Colle Perduto; 2) Ghiacciaio del Nel; 3) Ghiacciai del Carro; 4) Ghiacciaio della Capra; 5) Ghiacciaio Basei; 6) Ghiacciai della Losa e dei Becchi; 7) Ghiacciaio di Roccia Viva; 8) Ghiacciai di Valsoera; 9) Ghiacciaio di Ciardoney. I ricercatori impegnati sul ghiacciaio di Ciardoney
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