Stile e personalità, soprattutto

Stile e personalità, soprattutto Di Giusto, coordinatore dei centri stile Alfa, Fiat e Lancia: ecco i piani del made in Italy Stile e personalità, soprattutto «No al tutto tondo: finisce per stancare» TORINO. «Considero un privilegio poter seguire da vicino l'attività di un centro stile» dice Paolo Cantarella, numero uno di Fiat Auto. E aggiunge: «La forma di una vettura è ancora uno dei fattori più importanti di successo. Noi dobbiamo sottolineare le specificità, le tradizioni dei nostri marchi, Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Le radici, insomma, non vanno dimenticate». E così, anche nel campo del design, Cantarella ha formato una squadra con il compito di ideare modelli capaci di rispettare lo spirito, l'immagine di Alfa, Fiat e Lancia. Un team che si suddivide in tre centri stile e in un reparto per lo sviluppo dei modelli: 82 specialisti di varia formazione e 182 operai (ma il termine è generico: qui si tratta, in realtà, di artigiani in grado di utilizzare apparecchiature ultramoderne o di creare a mano un particolare). Alla Fiat il responsabile dello stile è l'americano Chris Bangle, formatosi alla scuola californiana di Pasadena, all'Alfa Romeo l'architetto Walter De Silva, alla Lancia l'ing. Enrico Fumia. Un progettista specializzato in aerodinamica, Nevio Di Giusto, ha sostituito nel ruolo di coordinatore di tutte le attività di design l'architetto Mario Maioli, che è andato in pensione. Di Giusto, 39 anni, è in Fiat dal '78. Ha operato in vari settori (dai sistemi auto alla galleria del vento, dall'architettura veicoli alla progettazione Lancia), poi ha diretto il centro stile Fiat. Ed ora eccolo qui, in questo incarico di supervisore, delicato come far volare i modellini di aereo che sono il suo hobby e che si costruisce da solo. Un lavoro dalle molte sfaccettature, che riguarda lo sviluppo dei vari progetti, i rapporti interni ed esterni, l'attività dei collaboratori, siano carrozzieri siano studi di design o specialisti isolati. «Oggi - spiega Di Giusto - lo stile di una vettura nasce e si sviluppa tenendo conto di tutte le esigenze aziendali. Non si possono sottovalutare i fattori normativi, tecnici, tecnologici ed economici. Anzi, è basilare che si formi un tutt'uno armonico. Quello che si realizza deve essere fattibile sul piano industriale. E si deve lavorare in tempi rapidi, ricorrendo ai più sofisticati strumenti oggi disponibili, come i computers». «Certo, definire l'aspetto di una nuova auto - aggiunge Di Giusto - è sempre un fatto di creatività e di intuito. Rappresenta anche un'emozione per lo stilista. C'è un tema da interpretare e da svolgere, occorre avere l'approccio corretto. E il discorso non cambia sia che si parta con una matita e un blocco di carta da disegno o si ricorra a un sistema computerizzato». Un'idea, dunque, alla base, poi si possono seguire due stra- de: da una parte i bozzetti elettronici, elaborati cioè tramite il sistema Cad (Computer aided design), dall'altra quelli manuali. Entrambe, attraverso varie tappe, portano a un modello in polisterolo in scala 1:1, che viene sottoposto in galleria del vento a un'approfondita serie di test. Poi, altri controlli, modifiche, valutazioni, sino ad arrivare a un modello definitivo. Analogo procedimento viene effettuato per gli interni. Un processo che si fa sempre più veloce: se l'idea di partenza è indovinata, può durare appena quattro mesi. «Carrozzieri e designers esterni - afferma Di Giusto - ci offrono un apporto di idee. I centri Alfa Romeo, Fiat e Lancia svi- luppano una o due versioni che si confrontano con quelle dei nostri collaboratori. Naturalmente, oggi bisogna prendere in considerazione non mia sola vettura, ma famiglie di vetture: ad esempio, berline a due volumi e a tre volumi, station wa¬ gon, cabriolet. Per non parlare dei cosiddetti prodotti di nicchia: spider, coupé...». In Fiat Auto si lavora a tanti progetti. Alcuni li abbiamo già visti (la Cinquecento o la 155), altri h' vedremo presto (le eredi della Uno o della Delta), altri an¬ cora piomberanno in scena nel giro di due o tre anni (spider, coupé, monovolume, cabrio: chi più ne più ne metta) in quel quadro di formidabile rinnovo della gamma che si completerà a metà degli Anni Novanta, grazie a investimenti per 40 mila miliardi di lire. Promette Di Giusto: «Non vedrete sulle auto italiane lo stile a saponetta di certi modelli giapponesi o americani. Il tutto tondo può essere gradevole, ma finisce per rendere le vetture simili le une alle altre. E' il design dell'indefinito, che annulla e confonde e può stancare. Penso che in futuro si assisterà a un ritorno delle linee squadrate. In ogni caso, i prodotti Alfa, Fiat e Lancia non rinunceranno certo a esprimere la personalità dei rispettivi marchi». Giura Di Giusto: «Nei modelli Fiat devono prevalere la facilità di utilizzo, la funzionalità, la versatilità. Tanto spazio interno, grande visibilità. Uno stile giovane, semplice, pulito. Per le Alfa linee più aggressive, più dure, che evochino la guida dinamica, sportiva e sicura. Lancia significa classe e innovazione. Stile sobrio, eleganza formale: un punto d'incontro tra il design Alfa e quello Fiat». Come dire, che il made in Italy non rinuncia alla sua tradizione. Che poi è uno dei suoi punti di forza contro gli arrembanti yuppies dell'auto. Michele Fenu Bozzetti di studio (sopra) preparati dal Centro Stile Fiat; a lato, non è una foto della Tipo, ma un'immagine realizzata al computer Nevio Di Giusto, ingegnere aeronautico, 39 anni, è il nuovo coordinatore dello stile di Alfa Romeo. Fiat e Lancia

Luoghi citati: Pasadena, Torino