Schillaci, che rabbia
Schillaci, che rabbia LOTTA Privato a tavolino della vittoria contro Azizov Schillaci, che rabbia La giuria d'appello capovolge il risultato della materassina Per sperare nel podio, l'azzurro è costretto a vincere sempre BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO L'estate importante di un altro Schillaci di Palermo, di nome Giovanni, si sta consumando fra timori e rabbia sulla collina di Montjuic. Per lui l'occasione delle Olimpiadi capita ogni quattro anni, l'oro e i 70 milioni del Coni sono da prendere o lasciare in tre giorni. Lo Schillaci del calcio ha sempre avuto rivincite vicine, anche economiche. Invece in un'ora di discussione la giuria d'appello della lotta libera, composta dallo svizzero Martinetti, l'ungherese Bjro e lo jugoslavo Simic (dicono che il più carogna sia stato Martinetti, mai fidarsi dei vicini di casa) gli ha tolto ieri sera la seconda vittoria della prima giornata del girone A di qualificazione, capovolgendo il 2-1 al 56" dei tempi supplementari - verdetto dei tre giudici di materassina - contro Azizov della nuova Urss, anche se i suoi atleti portano ancora le tute con la scritta Cccp sulla schiena. La lotta, si sa, è sport povero e rin¬ novare l'abbigliamento costa. Giovanni Schillaci (categoria 62 kg) in mattinata aveva esordito battendo il giapponese Adachi, una seconda vittoria l'avrebbe lanciato all'interno di un gruppo nel quale il sorteggio ha infilato tutti i migliori lasciando i paria nel gruppo B attorno allo spagnolo Caceres. Nel meccanismo della lotta libera, i vincitori dei due gironi si affrontano per le due medaglie che contano. I secondi, soltanto per il bronzo. Azizov era uno dei più temuti, ma la bestia nera è (nel gruppo A) lo statunitense John Smith. «Mi ha già battuto tre volte, ma io mi credo migliorato e pensavo di farcela, stavolta. La vittoria che mi hanno tolto mi complica tutto, ora sono al massimo rischio. Bastano infatti due sconfitte e vai fuori. Non mi resta che sperare in un successo di Smith su Azizov e nel mio sullo statunitense, per rimettere in pari la situazione. Gli altri sette del girone non dovrebbero contare, ma adesso devo combattere contro me stesso, la mia delusione, la mia rabbia». Un colpo non concluso, valido per arbitro e giudici di pedana e contestato dai dirigenti della Csi, è stato l'oggetto del reclamo. La commissione d'appello non lo ha considerato un colpo, riconoscendo il successivo di Azizov in risposta. La federazione italiana non contesta il giudizio tecnico, ma ritiene inammissibile un reclamo a fronte di un verdetto unanime sul campo. E' partito nel torneo di lotta libera anche Renato Lombardo, categoria 90 chili. Una vittoria e un pareggio che in questo sport è sconfitta per entrambi. Con Schillaci è compagno di fatiche nella Forestale di Roma, ma Giovanni è l'uomo di punta dopo il secondo posto (dietro Smith, appunto) ai Mondiali '91. «Da anni i sovietici cercavano di batterlo ha spiegato l'allenatore federale Romanacci -. Stavolta ce l'hanno fatta, ma Giovanni non aveva perso. Magari non ha disputato un grande match, ma si debbono anche centellinare le energie in una competizione così pesante». La medaglia d'oro si allontana, dopo quattro anni di fatiche e di sogni. Non era una fantasia. Abbiamo sentito i tecnici di Bulgaria, Turchia e Cuba, tutti hanno detto: «Schillaci è il più forte, con Smith». Adesso c'è di mezzo Azizov. Tutto si complica. Bruno Peiucca L'azzurro Giovanni Schillaci opposto al giapponese Adachi Tatumi in una fase delle eliminatorie
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