Londra, il «miracolo» italiano non convince di Francesco Manacorda

Londra, il «miracolo» italiano non convince Amato, secondo il Financial Times, non è ancora riuscito a convincere gli investitori internazionali Londra, il «miracolo» italiano non convince Vekdite al Uff e sui Btp e sulle azioni, il Palazzo ispira sfiducia LONI DAL NASTRO INVIATO Londra non crede al miracolo italiano, [t'accordo sul costo del lavoro m dato un segnale forte ai mercati e il taglio del tasso di scontoè stato un segnale del lento ritorni verso la normalità, ma non bjesta ancora. Ieri al Liffe, il mercato dei futures sui titoli di Stato,: molti investitori stranieri hanno preferito vendere. Del resto, lunedì i contratti a termine sui Btp avevano chiuso a 91,58 lire, maitre ieri hanno toccato un massimo di 94,85 lire per poi assestarsi a 94,18 lire. Un guadagno del 3Ì circa. «Mi i grandi investitori istituzioni li - commenta il responsabile tit li di una merchant bank che fa ca io a uno dei maggiori istituti itali: ai - non si sbilanciano e per ora ipn pensano certo a comprare Btp, se è la situazione del nostro Paeale che, anche se c'è grande fiducia nelle capacità e nelle in¬ tenzioni del governo, non ce n'è altrettanta sul sostegno che verrà dal Parlamento». Del resto, nel severo giudizio sul nostro Paese, non contano solo le decisioni esclusivamente italiane, incidono molto anche quelle che verrano prese in altre capitali, ad iniziare dall'atteggiamento della Bundesbank sui tassi. «Il governo Amato, al di là dello scivolone sull'Efim, ha fatto tutto quanto i mercati si aspettavano, forse anche di più di quanto si aspettavano - commenta Giorgio Pilla che guida la finanziaria Idea ed è considerato uno dei guru del mercato italiano -, ma in giro c'è troppa incertezza. Se la Francia dovesse respingere il trattato di Maastricht, ad esempio, per l'Italia sarà un colpo terribile. Del resto il mercato italiano sta diventando sempre più incomprensibile, sempre più simile a una repubblica delle banane. Non capisco dice ancora Pilla - perché la Banca d'Italia abbia sentito la necessità di ridurre il tasso di sconto proprio adesso. Avrebbe potuto aspettare un'altra settimana ed avere una posizione un po' più solida contro la speculazione sulla lira». Alla City, poi, c'è un altro elemento che gioca a sfavore dei titoli italiani. Nonostante gli impegni presi dal nostro governo sul fronte dei cambi, molti sono convinti che la svalutazione sia qualcosa di più di una semplice ipotesi che aiuta qualche speculatore, e che prima o poi l'Italia potrebbe trovarsi suo malgrado costretta a ricorrere a questa pericolosa terapia. Tutte paure cui ieri ha dato voce anche il Financial Times. Secondo il quotidiano economico, Amato deve ancora riuscire a convincere gli investitori internazionali che il Paese ha cambiato rotta «rispetto alla sua tradizione di super-indebitamento». Un compito difficilissimo, afferma il Financial Times, che ricorda come il deficit di bilancio - nonostante i tagli per 30 mila miliardi - sia ancora superiore di 30 mila miliardi alle previsioni per il 1992. E specie se il trattato di Maastricht dovesse diventare lettera morta - continua il quotidiano - i mercati temono che l'Italia si sentirebbe autorizzata ad abbandonare senza remore il duro cammino verso la convergenza europea, rischiando così la rovina. Francesco Manacorda Nella foto il premier britannico John Major

Persone citate: Giorgio Pilla, John Major

Luoghi citati: Francia, Italia, Londra