Sabina: amore rovinato dall'afa

Sabina: amore rovinato dall'afa La Guzzanti sarà la protagonista di «Agosto», primo film di Massimo Spano Sabina: amore rovinato dall'afa Accanto avrà Roberto Citrati nella parte di Federico l'uomo abbandonato che cerca conforto dagli amici ROMA. Diafana e ammiccante, senza il vestito vertiginosamente scollato e la parrucca giallo oro di Moana Pozzi, Sabina Guzzanti, dopo il gran successo di ((Avanzi», si cimenta davanti alla macchina da presa, per la prima volta in un ruolo importante. L'occasione le è stata offerta dall'esordiente Massimo Spano che gira in questi giorni, in massima sintonia con l'epoca, un film intitolato ((Agosto» e ambientato nel caldo soffocante di una Roma deserta e silenziosa. «Il mio personaggio ha una funzione di rottura - spiega la Guzzanti che nel film si chiama Silvia -, nel senso che ha lo scopo di rompere certi schemi. E' una donna vitale, divertente, con un pizzico di follia, che vive una fase di forte passionalità». E' lei, infatti, la responsabile dell'esplosione che manda in frantumi un equilibrio di coppia apparentemente fermissimo: la storia di ((Agosto», scritta dallo stesso regista che è architetto ed ha una lunga esperienza di arredatore e scenografo, si apre con la telefonata di lei che annuncia a lui la fine del loro amore e l'esistenza, nella sua vita, di un altro uomo. «Dopo tanta tv volevo un'esperienza diversa. Al cinema finora ho fatto solo pochissime cose racconta concisa Sabina Guzzanti -, Avevo avuto ruoli in "Cammelli" di Giuseppe Bertolucci, ne "I ragazzi di Via Panisperna" di Gianni Amelio, in "Night club" di Corbucci. Adesso ho intenzione di continuare, ci sono in progetto altri film...». Prodotto da Maurizio Tedesco con il contributo ministeriale dell'Articolo 28, per un costo complessivo di circa un miliardo, ((Agosto» non vorrebbe essere, nelle intenzioni dell'autore, un nuovo esempio di quel cinema minimalista che accomuna tanti registi italiani dell'ultima leva. Sulla carta, però, la storia di quest'amore spezzato nel caldo d'estate, sembra avere proprio tutte le caratteristiche del genere. Ma Spano tiene a precisare: «Questo film parla di una cosa che più o meno tutti abbiamo vissuto, e cioè la fine di un amore; perciò si tratta di una storia universale e non minima¬ le. L'importante, comunque, è raccontare delle emozioni e non importa se di sfondo ci sono grandi o piccoli orizzonti. Ho scritto questo soggetto quattro anni fa, forse perché ho sentito che negli Anni 80, il sentimento che è mancato più degli altri è stato proprio l'amore». Accanto a Sabina Guzzanti recita in ((Agosto» Roberto Citran, cioè Federico, l'uomo abbandonato che cerca conforto tra i pochi amici rimasti in città: ((Lui - dice l'attore - è un tipo aggressivo, esuberante, un po'invadente; afflitto da manie di ordine e pulizia, seni pre proteso verso un ruolo prò tettivo che lo fa diventare soffo cante e che gli torna indietro co me un boomerang nel momento in cui viene lasciato dalla donna con cui vive da anni. In quel mo mento si capisce bene che, in realtà, la sua aggressività è fatta di vetro». A caccia di consolazio ni, nella solitudine del Ferragosto, in una Roma poco riconosci bile, fatta più di «condomini per bene a ridosso della.città, che di posti famosi nel centro storico», Federico incontra gente: Monica Scattini che lavora nell'ospedale dove lui fa l'anestesista; Dado Ruspoli, il padre che vive in una casa sul lago, fuori città, perso dietro i propri interessi; Massimo Wertmuller, anche lui lascia to su due piedi dalla donna con cui condivideva la vita lavorati va oltre che quella affettiva; An tonello Fassari (altro reduce di «Avanzi»), un ragazzone cresciuto all'ombra della mamma che improvvisamente si ritrova tutto solo. [f. e] Sabina Guzzanti: «Finalmente dopo tanta tv un po' di cinema»

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