Bush fa le prove generali nel Golfo

Bush fa le prove generali nel Golfo Terrore tra la popolazione del Kuwait che nessuno aveva avvertito: hanno pensato alla guerra Bush fa le prove generali nel Golfo / marines «simulano» lo sbarco, Eltsin offre navi NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono cominciate ieri le manovre militari congiunte kuwaitianoamericane, e si sono viste affibbiare un nome estremamente suggestivo: «Eager Mace», che vuol dire più o meno «randello eccitato», e quale testa esso sia ansioso di colpire non è precisamente un mistero. 11 primo passo è stato il lancio di materiale in una zona del deserto kuwaitiano, non lontana dal confine con l'Iraq. H secondo passo, che avverrà oggi, sarà di far sbarcare 1900 marines, mentre otto batterìe di «Patriot», manovrate da altri 120 soldati americani, diventeranno «operative». Entro la fine di agosto, il numero complessivo di soldati americani coinvolti nelle manovre sarà di circa 5000 e lo scopo ufficiale è quello di «rassicurare» la popolazione del Kuwait, impaurita da una possibile, nuova invasione irachena. In realtà, dicono sia a Kuwait City sia a Washington, questa possibilità è considerata del tutto irrealistica, ma visto che la gente cominciava concretamente a temerla loro hanno pensato bene di anticipare queste manovre, inizialmente previste per settembre. Lo scopo, tuttavia, non sembra essere stato raggiunto, dicono le notizie provenienti dal Kuwait. A causa della loro predilezione per il segreto, infatti, le autorità di Kuwait City hanno mancato di spiegare bene di che cosa si trattava, così ieri molti cittadini kuwaitiani, quando hanno saputo del materiale paracadutato sul loro territorio e dèlio sbarco imminente, hanno pensato con terrore che fosse davvero scoppiata un'altra guerra. «Lo scopo di queste manovre è quello di dare prova del nostro impegno a fianco dei nostri alleati arabi, non quello di provocare Saddam Hussein», ha detto il segretario americano alla Difesa, Dick Cheney. Ma il sospetto che a Washington si stia «cercando lo scóntro» è molto diffuso fra gli stessi commentatori americani. U punto essenziale, dicono, è che l'amministrazione di George Bush non ha ancora mandato giù il modo in cui è stata risolta la crisi delle ispezioni dell'Orni al ministero dell'Agricoltura di Baghdad. Soprattutto per il fatto che dopo tante esitazioni sull'opportunità di dare o no il nuovo «colpo» all'Iraq, si è scoperto che la grande maggioranza dell'opinione pubblica americana era ardentemente per il «sì». Insomma Bush, si dice nelle redazioni dei giornali americani, ha scoperto solo «dopo» che l'attacco contro l'Iraq avrebbe giovato alla sua «crisi di consenso» che i sondaggi mostrano ógni giorno con estrema crudeltà, e l'aver mancato quella occasione lo ha fatto molto arrabbiare. Conclusione: se appena Saddam Hussein fornirà l'occasione, stavolta gli americani non esiteranno. E non è per niente escluso che Saddam Hussein possa fornirla, quell'occasione. Ieri ha riunito il suo governo per «studiare la situazione», è stato annunciato a Baghdad, ma intanto ha anche ammassato truppe a Kirkuk, la città al centro della regione curda. Contro i curdi ci sono stati negli ultimi tempi parecchi attacchi da parte dell'aviazione irachena, e questo costituisce una violazione dei termini dell'armistizio. Se dovesse succedere di nuovo in questi giorni, nessuno si nasconde che le truppe americane potrebbero passare dalla «simulazione» alla guerra vera. Inoltre, si è saputo che il presidente russo Boris Eltsin, quasi a fornire una sorta di «sì» preventivo a Bush, ha dato ordine a una nave da guerra di «tenersi pronta» a salpare per il Golfo, nel caso in cui la cosa si renda necessaria, che poi vuol dire nel caso in cui la «comunità internazionale» senta il bisogno dell'apporto russo. A latere delle manovre militari appena cominciate, infatti, ci sarà un controllo più stretto delle navi dirette in Iraq o che dai suoi porti salpano, e anche da questa attività potrebbe arrivare l'incidente temuto (o auspicato) da Washington. Franco Pantareili A Kuwait City, nell'anniversario, si prega per le vittime dell'invasione [foto api