Sciopero insanguinato

Sciopero insanguinato Si fermano i neri per chiedere subito un governo multirazziale Sciopero insanguinato Sud Africa: scontri, decine di morti JOHANNESBURG. E' di almeno 30 morti, ma pare destinato ad aumentare, il bilancio ufficiale delle vittime nella prima giornata dello sciopero generale di due giorni decretato in Sud Africa dall'African National Congress (Anc) di Nelson Mandela. Lo ha reso noto l'agenzia indipendente sudafricana «Sapa», stimando l'adesione all'agitazione pari al 90-100 per cento a Pretoria, al 75 per cento a Johannesburg ed al 40-50 per cento a Durban e Città del Capo. Lo sciopero - un referendum sulla forza politica dell'Arie al pari del referendum bianco che ha espresso lo scorso marzo una maggioranza del 69 per cento a favore delle riforme avviate nel 1989 - dovrebbe servire, nelle intenzioni dell'Anc, a premere sul governo bianco del presidente Frederik De Klerk affinché a Pretoria venga costituito un governo ad interim di unità nazionale allargato alia maggioranza nera, incaricato di portare a termine l'opera di smantellamento dell'apartheid e di convocare le elezioni costituenti a suffragio universale. Lo sciopero generale - preceduto da un fine settimana di violenza politica tra neri costato almeno 35 morti - dovrebbe segnare il culmine di una campagna di «azione di massa» avviata dall'Anc lo scorso 16 giugno che ha in realtà registrato una scarsa adesione. L'agitazione comporta però un notevole rischio politico per l'organizzazione di Mandela, che ha abbandonato lo scorso 23 giugno il negoziato avviato con Pretoria a dicembre, per protesta per il massacro da parte degli zulù di 40 persone compiuto il 17 giugno nella township nera di Boipatong, 60 chilometri a Sud di Johannesburg. Se lo sciopero - presentato come la più importante astensione dal lavoro nella storia del Sud Africa - non dovesse superare i tre milioni di adesioni registrate lo scorso novembre dalla protesta contro l'introduzione dell'Iva, l'Anc ed i suoi alleati, il partito comunista sudafricano e la Confederazione sindacale si troveranno indeboliti in vista dell'ineludibile ripresa del negoziato con Pretoria. Contro lo sciopero si sono schierati anche l'«Inkatha Freedom Party», del leader conservatore zulù, Mangosuthu Buthelezi - formazione protagonista di un conflitto politico e tribale con l'Anc già costato in otto anni 14.000 morti -, le organizzazioni radicali antiapartheid «Pan Africanist Congress» e «Azanian Peoples Organization» ed il sindacato di sinistra «National Africa n Congress of Trade Unions». Pretoria ha dislocato nelle township nere di Johannesburg oltre 5000 effettivi, tra agenti di polizia e militari. Una commissione di sette osservatori delle Nazioni Unite dovrebbe vigilare sulle responsabilità degli episodi di violenza durante l'agitazione. L'emittente indipendente «Capital Radio» ieri pomeriggio ha dato informazione di sparatorie e scontri cruenti nella township nera di Mdantsane, località della Homeland indipendente sud-orientale del Ciskei, situata nei pressi della città di East London, dove le autorità hanno negato l'accesso all'osservatore portoghese dell'Orni, José Campino. Numerosi pendolari delle township sono stati trasportati al posto di lavoro a bordo dei cellulari gialli della polizia. Nella township di Sebokeng, a SudEst di Johannesburg, sono rimasti feriti a colpi d'arma da fuoco il corrispondente del «Washington Post», Paul Taylor, ed il giornalista del settimanale liberal sudafricano «Weekly Mail», Philip Van Niekerk. [AdnKronos] Barricate nelle township presidiate dall'esercito Feriti due giornalisti Sullo spartitraffico di una strada di Soweto una delle vittime degli scontri tra gli scioperanti e la polizia [foto api

Persone citate: African, Frederik De Klerk, Freedom, London, Mangosuthu Buthelezi, Nelson Mandela, Paul Taylor, Philip Van Niekerk, Sapa, Soweto

Luoghi citati: Città Del Capo, Mandela, Pretoria, Sud Africa