« E' un polverone politico»

« E' un polverone politico» « E' un polverone politico» Del Turco respinge le accuse «Così il sindacato è più forte» ROMA. «Le ragioni di questo pasticcio sono soltanto politiche. Ragioni sindacali non ne vedo, non esistono». Ottaviano Del Turco ha appena annunciato che, a settembre, presenterà al direttivo della Cgil una mozione per ottenere la restituzione a Trentin del mandato di segretario generale, e si sente a posto con la coscienza. Ma come, Del Turco: il fronte anti-firma monta di ora in ora, dopo il pds anche Rossana Rossanda ha chiesto, sul «manifesto», che la Cgil ritiri il suo consenso, Bertinotti si è rifatto al precedente della riforma pensionistica del '68. E, nonostante tutto, lei è sereno? Assolutamente sì. La firma dell'accordo non si discute. E io da oggi sono in vacanza. Tornerò a Roma solo poche ore per la firma del contratto degli artigiani. Ripeto: la tempesta è solo politica. Ce l'ha col pds? Mi auguro che Occhetto riveda la sua posizione. Con atteggiamenti del genere, non capisco come possa parlare di «sinistra di governo». Bassolino, ad esempio: ha chiesto le mie' dimissione M£_se un jnese "fa aveva detto che apprezzava u confronto con un interlocutore come me... Si spieghi meglio, Del Turco: è proprio sicuro che quest'accordo non sia stato una sconfitta per la Cgil? Le ragioni sindacali dell'accordo sono tutte con me e con la firma. Il sindacato che venerdì è andato all'incontro finale non aveva più la disponibilità del governo a rinnovare i contratti del pubblico impiego, non aveva più rapporti con la Confindustria e comunque non aveva più la scala mobile. Era indispensabile che le parti sociali dessero un segnale di svolta: ce lo imponeva la situazione economica. Ebbene, non solo questo segnale è stato dato ma soprattutto il sindacato ha ottenuto tre cose fondamentali: la riapertura dei contratti del pubblico impiego, sia pure nel rispetto dei tetti prefissa- ti dell'inflazione; un meccanismo non più automatico ma comunque chiaro e preciso di compensazione fiscale della perdita del potere d'acquisto che si andrà a contrattare di volta in volta; e 20 mila lire al mese per venti milioni di lavoratori nel '93. Troppo poco, secondo i critici. Quale contrattazione articolata avrebbe garantito lo stesso risultato complessivo? Nessuna! E' la prima volta che garantiamo vantaggi concreti a tutti i lavoratori delle aziende piccole e piccolissime, da sempre sotto-rappresentati. Addirittura una vittoria, quindi, secondo lei? Il sindacato che è entrato a Palazzo Chigi era debole; quello che ne è uscito è molto più forte. Perciò ho chiesto a Bruno di restare segretario generale. Ma che avete ottenuto in cambio della rinuncia alla scala mobile sul fronte dell'equità fiscale? Il governo ci ha assicurato che per gli autonomi introdurrà una forma di tassa minima e rivedrà severamente le agevolazioni fiscali. Intanto a settembre ci sarà una nuova ondata di disoccupazione, con buona pace del; la vostra firma... - •• tìfJ'-'TSi Arroccarsi nella difesa dei salari, privilegiandoli su tutto, significava ignorare il problema disoccupazione. La. nostra firma, l'accordo di venerdì, non garantiscono da soli la ripresa dell'occupazione. L'occupazione non si sostiene con gli accordi ma con i fatti. Però l'accordo è una premessa importante. Quale commento l'ha colpita di più in questi due giorni di polemica? Sono grato a La Malfa per le sue parole sui dirigenti Cgil. E sono rimasto commosso da quanto ha detto Vittorio Foa. Ermo armi che le parole di un politico non mi toccavano tanto profondamente. Sergio Luciano

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