Trentin e il male oscuro della Cgil di Rossana Rossanda

Trentin e il male oscuro della Cgil Oggi l'accordo sui salari alla prova dei mercati e delle piazze mentre la polemica non cala Trentin e il male oscuro della Cgil Amato: ci sarà tregua in fabbrica ROMA. La resa dei conti nella Cgil ci sarà fra tre settimane e si annuncia difficile, molto difficile. Si fermerà a Bruno Trentin? Coinvolgerà anche il numero due della Cgil, Ottaviano Del Turco? La spaccatura venuta fuori venerdì rientrerà, oppure è destinata ad allargarsi e a trasformarsi in una scissione? E, soprattutto, si estenderà anche ai rapporti con il Pds, visto che sono in diversi a sostenere che la firma di Trentin sarebbe stata posta dopo una difficile telefonata con Achille Occhetto? Sono domande che in queste tre settimane di vacanze estive rischiano di caricarsi di drammaticità piuttosto che calare di tono. Un richiamo alla stabilità è arrivato ieri dal presidente del Consiglio, Giuliano Amato, perché l'intesa, dice, «prevede una cosa importantissima: è una garanzia di non conflittualità nelle fabbriche fino alla fine del 1993. Il punto più importante per l'economia italiana e per chi la guarda dai mercati internazionali, è che abbia una fase di tranquillità: si lavora, si produce, si ridiventa competitivi». Se l'accordo va in direzione della stabilità di cui parla Amato, lo si vedrà già da questa mattina: da un lato si attende la reazione dei mercati finanziari, dall'altra la risposta dei lavoratori che il pds ha annunciato di voler portare nelle piazze, dove organizzerà manifestazioni di protesta. Per ora, comunque, è certo che l'accordo non ha portato nemmeno un po' di stabilità all'interno del maggiore sindacato italiano. Le polemiche di questi giorni riflettono soprattutto lo spezzettamento, la frantumazione che regna nella Cgil- Da più parti si parla, quindi, della necessità di un congresso straordinario, perché difficilmente sarà sufficiente un comitato direttivo per superare la situazione che si è venuta a creare. Se, infatti, c'è chi ufficialmente chiede a Trentin di tornare indietro sui propri passi, in realtà i giochi sono tutti aperti. E la Cgil potrebbe trovarsi di fronte a una crisi molto più vasta. C'è chi chiede che anche Ottaviano Del Turco rimetta il proprio incarico. «Quando Trentin, ancora prima di firmare l'accordo, ci ha detto che si sarebbe dimesso, Del Turco ha immediatamente aggiunto che riteneva conseguenziale fare lo stesso. Poi, però, deve aver cambiato idea», commenta Alfiero Grandi, segretario confederale, bassoliniano. Lo stesso Antonio Bassolino, della direzione del Pds, nel corso di un «Filo Diretto» ad Italia Radio ha sostenuto di ritenere «singolare che Del Turco non abbia tenuto conto della netta presa di posizione negativa sull'intesa della direzione della Cgil, che non è stata certamente espressa soltanto dagli esponenti di "Essere sindacato". Trentin anche di questo ha preso atto con le sue dimissioni, ma forse non dovrebbe essere l'unico a trarne le conseguenze». Alla ripresa di settembre, dunque, si discuterà anche di questo. Qualcuno parla di una scissione, ma Fausto Bertinotti, il leader dell'ala più radicale, sostiene di «non averci mai pensato». Quello che gli interessa per ora è il ritiro della firma: «La Cgil lo ha già fatto nel '68 sulle pensioni e da quell'atto di coraggio gliene derivò un aumento di credito». Un obiettivo al quale stanno lavorando anche a Botteghe Oscure: la segreteria del partito già da questa mattina si riunirà per decidere che cosa fare per ot¬ tenere dal governo una modifica dell'intesa raggiunta. Anche perché, visto che Trentin ha agito senza mandato, i comitati delle fabbriche potrebbero anche decidere di non applicare quella parte dell'intesa che riguarda la contrattazione articolata. Una decisione che indebolirebbe ancora di più la Cgil. Mentre all'interno del maggiore sindacato italiano è bufera, le polemiche non mancano nemmeno tra le forze politiche. E investono soprattutto il pds. A condannare Botteghe Oscure è il socialista Ugo Intini: «La maggioranza del Pds da una parte parla di sinistra unita e dall'altra sta cercando di dividere la Cgil. In realtà Botteghe Oscure è tornata ad essere la cinghia di trasmissione del sindacato facendo gli stessi errori del vecchio pei». Una polemica a cui si unisce anche il ministro del Lavoro, Nino Cristofori: «Il partito di Occhetto rischia di porsi in una posizione provocatoria e frazionista rispetto al mondo dei lavoratori, in un ruolo di retroguardia rispetto alle forze che si muovono verso il cambiamento e l'adeguamento del nostro sistema alla sfida europea». Ma anche Giogio La Malfa, segretario del pri, sostiene che «il pds sbaglierebbe se contribuisse alla critica di un dirigente la cui decisione è in linea con le responsabilità di un grande sindacato e con l'impostazione che Trentin portò al congresso di Rimini della Cgil. Si può certo porre il problema se l'attuale governo sia o meno meritevole della fiducia, ma resta il fatto che respingere l'accordo sul costo del lavoro avrebbe reso più deboli e non più forti i lavoratori»."" "* Flavia Amabile Bertinotti insiste «La nostra firma va ritirata subito» Bassolino critica e si complicano i rapporti col Pds A destra il presidente del Consiglio Giuliano Amato V ti .V| Da sinistra Ottaviano Del Turco segretario generale aggiunto della Cgil e Rossana Rossanda

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