Con Belov rivoluzione a canestro

Con Belov rivoluzione a canestro Con Belov rivoluzione a canestro ASKET uguale Stati Uniti. Fino alle Olimpiadi del 1972 era stato così. A Monaco però successe l'imprevedibile e vinse l'Urss: 51 a 50, mini-punteggio con scene finali da libro dei records. Quella sera in tre secondi la medaglia d'oro passò da una parte all'altra. Erano in testa gli Usa, 50-49, quando l'allenatore sovietico chiese time-out: non lo capirono dal tavolo segna-punti, lui entrò in campo per far fermare il cronometro a un secondo dalla fine. Gli americani si abbracciavano convinti di aver vinto, invece si decise di «rigiocare» 3 secondi. Ed ecco l'azione che farà storia: rimessa dal fondo, lunghissima, di Edeshko per Alexander Belov che appoggia il tiro sul tabellone e segna. Un canestro che ha l'effetto di una rivoluzione. Fu la prima partita persa dagli Usa ai Giochi, dopo 65 vittorie in fila: per protesta, dopo quel finale «irregolare», gli americani non ritirarono le medaglie d'argento. Alexander Belov tornò a casa sentendosi un eroe, finalmente più famoso del «divino» Sergei Belov, compagno di squadra omonimo ma non parente (né amico) suo. Lo aspettava un destino atroce: morì di cancro sei anni dopo, quando ne aveva 27. Antonio Tavarozzi

Persone citate: Alexander Belov, Antonio Tavarozzi, Belov, Sergei Belov

Luoghi citati: Monaco, Stati Uniti, Urss, Usa