Un cobra russo morde Mazzoni

Un cobra russo morde Mazzoni SCHERMA Disco rosso per i nostri spadisti, coinvolti anche in uno scandalo in Germania Un cobra russo morde Mazzoni 7/ milanese rimontato e sconfitto da Kolobkov BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO > E' andata di nuovo male, e facendo gli scongiuri, non vorremmo che diventasse un vizio. Più o meno la storia è quella di venerdì, con Angelo Mazzoni nella spada al posto di Andrea Borella nel fioretto. Qualificazioni, ripescaggi, entrata in finale e poi sconfitta nei quarti. C'è una piccola differenza, dobbiamo dire, Borella aveva una gamba fuori uso e Mazzoni invece, almeno a vederlo, pareva sano come un grillo. Il milanese, che ha 31 anni e un carattere un po' estroso, riflesso nella sua scherma, ha vinto il primo assalto per 5-0 contro l'ex sovietico Pavel Kolobkov, un biondino con lo sguardo da cobra, e ha dato l'impressione, presto trasformatasi in illusione, che potesse facilmente aver ragione dell'avversario. Beh, troppo bello per essere anche vero. Angelo è una specie di artista, in pedana e nella vita. Un ragazzo d'oro, assicura che lo conosce bene. Ama le motociclette veloci, i lunghi viaggi, l'avventura. E' fidanzato con la fiorettista Diana Bianchedi, ama anche lei. Ha solo un difetto, se possiamo chiamarlo così. Gli piace lo spettacolo, quando impugna la spada, e a volte si complica la vita. Crediamo sia capitato proprio questo, ieri sera. Angelo deve aver pensato che la vittoria era sicura e il cobra con il volto da bambino, dall'altra parte, gli ha rifilato un 5-0 e poi un 5-2 mettendo fine al suo viaggio olimpico e facendo suonare un campanello d'allarme nel clan azzurro. Giovanna Trillini ha vinto la medaglia d'oro battendo le avversarie e la sorte: e i maschietti cosa stanno facendo? Gli altri due azzurri in gara, Maurizio Randazzo e Sandro Cuomo, il viaggio l'hanno finito prima. Sono stati stati eliminati nel pomeriggio dopo aver subito due sconfitte nei ripescaggi, caso curioso, contro lo stesso avversario, vale a dire l'ex sovietico Craitckov. Ovviamente in tempi diversi, non è ancora capitato nella scherma, sport peraltro pieno di fascini e misteri, che un tiratori ne affronti due insieme, come nei duelli dei vecchi film di cappa e spada. Maurizio, siciliano di 28 anni residente a Vercelli, ha perso il primo assalto per 5-2, vincendo il secondo per 6-5 prima di perdere il terzo per 5-1. Forte Craitckov, alquanto sfortunato Randazzo. Cuomo, napoletano di 29 anni, ha tirato invece al di sotto dei suoi livelli ed è stato sconfitto in maniera più secca per 3-5, 3-5. A sua volta Mazzoni si invece era guadagnato il diritto di disputare le finali battendo nell'assalto decisivo il tedesco Felisiak per 6-4, 5-3. Le italiche vicende, in ogni caso, malgrado le alterne emozioni, sono una specie di paradiso in confronto a quel che sta succedendo in Germania, dove una bufera sta investendo il mondo della scherma rischiando di spazzare via tutto. E' capitato che Arnod Schmitt, medaglia d'oro nella spada a Seul, qualche tempo fa ha accusato Emil Beck, tecnico della squadra tedesca, di aver tentato di corrompere alcuni atleti per favorire i successi dei suoi protetti, in particolare quelli del figlio. Il 24 aprile scorso, secondo la pubblica denuncia di Schmitt, durante la disputa della Heidenheimer Pokal, herr Beck avrebbe addirittura contattato il nostro Mazzoni offrendogli 1000 marchi, circa 750 mila lire, in cambio di una sconfitta contro Mariuz Strzalka, altro poulain della sua scuderia. Mazzoni avrebbe opposto un rifiuto avvertendo i tecnici azzurri che in ogni caso non denunciarono il fatto. Alle accuse di Schmitt, Beck ha risposto con una querela. E alla querela di Beck si sono levate altre voci di condanna, fra le quali quella di Romelia Hanisch, argento nel fioretto a Seul. Insomma, lo scandalo sta montando e così dopo i primi insuccessi qui a Barcellona la presidentessa federale Erika Dienstl, temendo serie conseguenze per la scherma tedesca, ha deciso di fare chiarezza e ha invitato Mazzoni a offrire la sua testimonianza in tribunale. Forse ci andrà in moto. Cario Coscia

Luoghi citati: Barcellona, Germania, Vercelli