Fiato sospeso per lo shuttle italiano
Fiato sospeso per lo shuttle italiano Scienziati americani ed europei in corsa con il tempo per risolvere i problemi di Eureca Fiato sospeso per lo shuttle italiano La piattaforma non trasmette i dati Il ritardo è già di ventiquattr'ore CAPE CANAVERAL DAL NOSTRO INVIATO Le prime immagini dello shuttle in diretta dallo spazio irrompono, bellissime, alle undici di sera nel salone del Country Club di Cocoa Beach e creano emozione fra i politici, scienziati e altri Vip spaziali italiani e europei che festeggiano a tavola il buon esito del decollo. Ma poche ore dopo sorgono i primi, inaspettati problemi. La piattaforma Eureca, lo scatolone orbitante da esperimenti costruito dagli europei che si era vista venir fuori dalla stiva, sollevata dal lungo braccio meccanico, il secondo obiettivo per importanza della missione Sts-46, non trasmette bene i dati e non può essere sganciata nello spazio come previsto. Per tutta la notte Nicollier e Malerba e gli altri lavorano per capire cosa sta succedendo. Ma questa volta non si tratta di un mero inconveniente. La mattina dopo, il dettagliato piano di volo della missione è ormai saltato. Il ritardo previsto è di 24 ore e investirà anche l'obiettivo primo, il satellite Tethered appeso al filo costruito da americani e italiani. La sorte di Eureca, la piattaforma gioiello della tecnologia del Vecchio Continente, che doveva restare nello spazio 10 mesi col suo carico di 15 esperimenti scientifici in assenza di gravità (4 dei quali sono gestiti da ricercatori italiani mentre le indù- strie italiane coinvolte sono 9, per 96 miliardi di lire), è incerta. Legata alla capacità dei tecnici e scienziati di due continenti di capire e risolvere l'enigma. Forse si tratta solo un problema di software, facilmente risolvibile riprogrammando la centralina. Ma se tutto non sarà a posto, Eureca dovrà essere rimessa nella stiva. E' un momento critico. Per ore controlli incrociati vengono compiuti senza soste al Johnson Space Center di Houston, al quale è passata la guida della missione subito dopo il lancio e dal centro spaziale europeo di Darmstadt, in Germania, prima costruttrice di Eureca. A un certo punto, verso le 9, ora di Cape Canaveral, Eckart Graf, dell'Agenzia Spaziale Europa, e Phil Engelauf, della Nasa, fanno il punto della situazione in un briefing in diretta da Houston. «Il problema ancora irrisolto riguarda il "data handling system", la centralina computerizzata che smista tutte le infomazioni provenienti dalla piattaforma», spiega il tedesco. «La comunicazione con la Terra sembra a posto, quella con la navetta no. Tra i due flussi di dati ci sono delle discrepanze che non riusciamo a spiegarci», aggiunge l'americano. Non è una questione da poco. Eureca, che con le sue 4,5 tonnellate di peso è il più grande satellite mai lanciato nello spazio, una volta posata nella sua orbita dovrebbe funzionare automaticamente. Durante i lunghi mesi della sua permanenza nello spazio i dati degli esperimenti - che troveranno applicazioni in medicina, fisica, nuove leghe metalliche, comunicazioni - dovrebbero affluire «da soli» ai centri di controlo americano e europeo. Farla funzionare senza la sicurezza delle comunicazioni non avrebbe senso. Eppure, all'inizio, tutto procedeva bene. Alle 22,06, ora locale, il satellite-laboratorio era stato agganciato al braccio robotizzato, comandato da Claude Nicollier, capo della squadra «Blu» di cui fa parte anche Malerba. Quaranta minuti dopo, Eureca ha cominciato lentissimamente a alzarsi dalla stiva aperta dell'Atlantis, contro la massa biancoazzurrina della Terra, contro il nero dello spazio, lontana, poi vicina, sotto la regia dell'astronauta Marha Irvin addetta alle telecamere. Alla festa dell'Alenia le sedie si sono girate verso il grande schermo. «E' un momento magico» diceva il neoministro della ricerca Sandro Fontana. «Si vede la Terra girare in diretta, è emozionante» trepidava il sottosegretario alla Difesa Vincenza Bono Panino in tailleur bluette luccicante. Era commosso anche l'ex ministro Granelli, «padrino» del primo piano spaziale italiano, mentre i vecchi scienziati dello spazio italiano, il padre del progetto San Marco, Luigi Broglio, e il presidente dell'Accademia dei Lineci Giorgio Salvini, contemplavano assorti il futuro e le prossime stazioni spaziali. Poi le notizie sull'avaria di Eureca. Ma alla Nasa restano ottimisti. Non è detto che l'unico effetto del guasto non sia solo un giorno di più di permanenza in orbita dello shuttle. Come è già successo altre volte. Maria Grazia Bruzzone I tecnici Nasa restano ottimisti Potrebbero essere guai al computer SPINTA DAI PROPRI RAZZI RAGGIUNGE 1515 CHILOMETRI DI QUOTA ORBITA OPERATIVA EURECA LASCIA LA NAVETTA A POCO PIÙ' DI 400 CHILOMETRI DI | QUOTA ssw i v «LA Mt\ , CIRCA 10 MESI DOPO VIENE FATTA RIDISCENDERE A ^ t CIRCA 400 7? k CHILOMETRI VIENE RECUPERATA W DA UN'ALTRA NAVETTA |0 .M| VIH1.UII ATTERRAGGIO LANCIO A BORDO DI ATLANTIS DOPO L'ATTERRAGGIO VIENE PREPARATA PER UNA NUOVA MISSIONE LANCIO Nella foto a sinistra l'astronauta italiano Franco Malerba con la moglie Marie Aude
Luoghi citati: Germania, Houston, Vecchio Continente
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