A Mosca il golpe monetario

A Mosca il golpe monetario RUSSIA Dalla Banca centrale un mare di rubli alle imprese in bancarotta A Mosca il golpe monetario I conservatori forzano la mano a Eltsin, addio al risanamento del bilancio Conseguenze: inflazione dell'80% al mese, in pericolo gli aiuti occidentali MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Niente di sanguinoso, per ora, ma lo scontro all'interno del governo russo - tra i «riformatori radicali», capitanati dal premier Gaidar, e gli «ultimi arrivati», che Eltsin ha nominato in segno di compromesso verso le posizioni moderate - sta diventando molto serio di ora in ora. Venerdì scorso il vice-premier e ministro Georghij Kizha (industria bellica e spazio) e Anatolij Ciubais (privatizzazione) avevano squadernato davanti ai giornalisti le divergenze esistenti tra le due fazioni. Il primo, fautore del salvataggio generalizzato delle imprese, il secondo nettamente ostile a risanare i bilanci delle aziende in bancarotta. Sembrava una diatriba teorica e non lo era. Proprio in quel momento il neo-presidente della Banca Centrale, Viktor Gherascenko, stava inviando alle banche commerciali in tutto il Paese una circolare che, in sostanza, annunciava una colossale operazione creditizia a sostegno delle imprese statali per circa 1500 miliardi di rubli da qui alla fine dell'anno. I riformatori hanno reagito ieri con estrema durezza. La Komsomolskaja Pravda - citando fonti anonime vicino a Gaidar - ha addirittura titolato così: «E' cominciato un nuovo agosto?», intendendo, ovviamente, un nuovo colpo di stato. Per ora siamo al movimento delle circolari e non dei carri armati, ma le conseguenze del gesto di Gherascenko sono gravi. Un'emissione di tali proporzioni condurrebbe a un balzo dell'inflazione verso il 70-80% al mese e al tracollo dell'impegno di risanamento del budget, oltre a un dilazionamento sine die della convertibilità del rublo. Si tenga presente inoltre che il Fondo Monetario Internazionale e il Club di Parigi hanno posto alla Russia - come condizione per gli aiuti finanziari - un limite massimo di emissioni creditizie di 650 miliardi di rubli da qui alla fine dell'anno. In poche parole la circolare di Gherascenko (a quanto pare neppure discussa dal governo) significherebbe la fine politica di Gaidar. La corrente di Kizha, Gerascenko, Ciornomyrdin (ministro dell'energia) - tutti uomini legati al complesso militare-industriale - ha anch'essa le sue buone ragioni. Se - essi dicono - non s'interviene d'urgenza a salvare le imprese statali, entro pochi mesi le strade si riempiranno di 8 o 10 milioni di disoccupati. Anche Eltsin è consapevole della gravità dei problemi di cui i conservatori si fanno interpreti. Per questo li ha chiamati nel governo. Ma il suo recente decreto «Sulla normalizzazione dei rapporti di pagamento e di conto nell'economia della Federazione russa» prevedeva un meccanismo più «soft», che cercava di salvare capra e cavoli con un'emissione creditizia di «soli» 500 miliardi di rubli e, soprattutto, selettiva. Cioè non un salvataggio generale, ma una scelta di favore verso le imprese in grado di diventare concorrenziali. Ma Khizha e compagni hanno deciso di forzare la mano. Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Mosca, Parigi, Russia