Zola Budd arranca e resta fuori di G. Bar.

Zola Budd arranca e resta fuori FAVOLA FINITA Che delusione Zola Budd arranca e resta fuori BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO C'era una volta una bambina che correva davvero forte e che i britannici, abituati ad attingere ovunque si possa, dalle colonie e non, per rimpolpare le proprie fila e disposti a tributare onore a chiunque si batta sotto la loro bandiera, si affrettarono a far chiamare in loro rappresentanza. Quella ragazzina era nata in Sud Africa e si chiamava Zola Budd mentre oggi, una decina di anni dopo, è ormai una signóra sposata, che il Regno Unito ha rigettato vista la sua scelta di tornare in patria. Di Zola Budd Pieterse si è dunque parlato parecchio alla vigilia di questa Olimpiade ma ieri, nelle batterie, il ricordo della fanciulla che correva a piedi scalzi e che a Los Angeles fece il grande sgarbo di inciampare in Mary Decker facendola cadere, è svanito nel vedere la signora Pieterse arrancante, e giustamente alla fine eliminata, nelle batterie dei tremila. Uno spettacolo tutto sommato abbastanza triste, un omaggio allo sport e all'ideale olimpico (l'importante è partecipare) che lascia quanto meno sorpresi e perplessi. Quelle stesse batterie dei tremila, invece, hanno riproposto il grandissimo temperamento di Roberta Brunet, valdostana ventisettenne, che si è guadagnata in una difficile volata la qualificazione per la finale, con un tempo (3'44"21) soltanto di un paio di secondi superiore al suo record personale. La Brunet, che ai Mondiali dello scorso anno a Tokyo è stata la migliore azzurra nelle gare in pista, con un sesto posto, può dunque guardare con l'ambizione di ripetersi alla finale di domani. Per lei sembra davvero possibile centrare l'obiettivo di attaccare il primato italiano della Possamai (3'37"96). [g. bar.]

Persone citate: Brunet, Mary Decker, Possamai, Roberta Brunet, Zola Budd

Luoghi citati: Barcellona, Los Angeles, Regno Unito, Sud Africa