Privatizzazioni sì ma «all'italiana» di Giuseppe Guarino

Privatizzazioni sì ma «all'italiana» Guarino frena, il sottosegretario ammonisce Privatizzazioni sì ma «all'italiana» ROMA. Privatizzare sì ma all'italiana. Lo sostiene il ministro dell'Industria e delle Partecipazioni statali, Giuseppe Guarino, in un'intervista a Panorama. «In Italia - spiega - è impensabile adottare il modello della Gran Bretagna, dove c'è un mercato finanziario esteso e funzionante, o il modello della Francia dove il potere politico è molto forte e accentrato. Qui bisogna fare i conti con apporti politici diversi e con un mercato finanziario modesto». «Secondo me - dice Guarino un soggetto economico è realmente privato quando deve rispondere al mercato e quando questo rapporto risulta chiaro dalla forma giuridica. Hanno detto che la mia era una privatizzazione alla bulgara. Non è così perché lo Stato non avrebbe tirato fuori una lira per le imprese pubbliche». Guarino sostiene inoltre che era inevitabile rivalutare i beni dell'Iri in esenzione di imposta, mentre per quanto riguarda i vertici degli enti osserva che «in queste settimane hanno dimostrato piena adesione alla linea del governo». «Non ci poniamo - conclude problemi di nomi ma eviteremo con fermezza che si formino aggregati che non sono coerenti con i nostri obiettivi». Felice Iossa, sottosegretario al ministero dell'Industria, in una lettera al presidente del Consiglio, Giuliano Amato, esprime i suoi dubbi sull'attuale via verso le privatizzazioni. «Abbiamo valutato - scrive Iossa - in circa 60.000 unità i posti di lavoro nel settore delle imprese a partecipazione statale (buona parte dei quali nel Mezzogiorno) che rischiano di andare perduti nei prossimi mesi qualora il nuovo assetto societario dell'Iri sia attuato con il venir meno immediato di tutte le prorogative e le peculiarità' che tale sistema produttivo ha avuto fino a oggi. «Oltre ciò vanno considerati sostiene Iossa - tutti gli effetti aggiuntivi che da tali crisi industriali certamente deriveranno per molteplici piccole e medie aziende private dell'indotto, delle sub forniture, dei servizi collegati». «Nel complesso - scrive il sottosegretario - si rischia di mettere in stato di crisi una quota determinante dell'apparato produttivo del Mezzogiorno». «Anziché recuperare 15.000 miliardi dalle privatizzazioni suggerisce Iossa - lo Stato avrebbe lo stesso beneficio non sovvenzionando Uri e lasciando autonome le valutazioni sulle scelte da compiere. Sarebbe una più autentica privatizzazione», [r. e. s.] A sinistra il ministro dell'Industria Giuseppe Guarino

Persone citate: Felice Iossa, Giuliano Amato, Giuseppe Guarino, Iossa

Luoghi citati: Francia, Gran Bretagna, Italia, Roma