No ai dromedari a Caracalla di Armando Caruso
No ai dromedari a Caracalla Gli animali «sporcano» l'Aida No ai dromedari a Caracalla ROMA. «Via i dromedari dall'Aida in scena a Caracalla. Gli animali non possono stare nella zona archeologica» tuona il sovrintendente ai monumenti di Roma, La Regina. L'ordinanza costringe il sovrintendente dell'Opera, Gian Paolo Cresci, ad obbedire. «Aida» senza dromedari, dunque, perché la sovrintendenza ai monumenti di Roma teme che le due bestie possano danneggiare i beni archeologici. Ma come salvarsi da una simile «drammatica» situazione? E' semplice: invece dei dromedari (madre e figlio) che si stavano adattando alle esigenze dell'opera di Verdi e che erano diventati i veri beniamini del pubblico, andranno in scena un paio di ghepardi dal passo felpato ed elegante. «Cresci è capace di tutto - dicono all'Opera di Roma - non è escluso che i ghepardi arrivino davvero». E che Cresci sia capace di tutto non ci sono dubbi: il sovrintendente per far spettacolo si attiene alla tradizione della lirica. «L'Aida deve essere fatta con gli animali in scena. Sono stato io che ho voluto i cavalli alla biga nella marcia trionfale di Radames, una candida colomba sulla testa di Amneris, e i dromedari». Una contraddizione però c'è: perché la sovrintendenza non vuole i dromedari e lascia invece gli 8 cavalli berberi di Radames? «E che ne so. L'ordinanza dice: "Nella zona archeologica non si possono tenere animali". La ristrutturazionbe di Caracalla fatta dall'architetto Paolo Portoghesi prevedeva anche una tenda per le due bestie, proprio di fronte al Tempio di Giove». Aggiunge Cresci ironicamente: «Mi spiace anche perché amo gli animali. Con Amia Magnani avevo fondato l'associazione dell'amico del gatto e del cane. Sono un ambientalista. I dromedari in scena non soffrivano e non davano alcun fastidio. Non sporcavano e non emanavano cattivi odori». Dai tempi dal fascismo, fino al '74-'75 c'era la dromedaria Pasquina che in scena ne combina¬ va di tutti i colori... «Sì, è vero. Pare che Pasquina, pur essendo "musicalissima", avesse però il difetto che ad ogni squillo di tromba s'innervosiva e faceva grandi cacche ih scena suscitando l'ilarità degli spettatori. Dal '75 in poi a Caracalla non ci sono stati né animali né rappresentazioni di Aida. In questa edizione con Aprile Millo, Giuseppe Giacomini, Gail Gilmore e Silvano Carroli - osserva Cresci - ci sono anche scimmie e pappagalli». E ora che farà? I «Rinunceremo all'applauso che il pubblico tributava ai dromedari, perché così vuole la sovrintendenza ai monumenti di Roma». La storia è gustosa, ma fa parte dell'aneddotica sul teatro. In altre edizioni i di «Aida, quella storica del Cairo, per esempio, c'erano fior di elefanti (africani) per rendere più credibile il dramma degli etiopi vinti dagli egizi. E dio sa quanti escrementi producessero. Con tanti problemi che il teatro lirico italiano sta attraversando ci si doveva mettere anche l'ordinanza anti-dromedario a complicare le cose. Ma Cresci non se la prende. Anzi se la ride e annuncia: «Pensiamo a cose più serie. Ieri sera il consiglio di amministrazione mi ha dato incarico di firmare un accordo con Vladimir Fodosseyev. Finalmente avremo un direttore artistico bravo e preparato, che è stato anche direttore del Kirov e della radio di Mosca». I dromedari se ne vanno, arrivano i direttori artistici, ma i sindacati Libersind-Confsal restano. E proprio ieri, in concomitanza dell'operazione anti-dromedario, hanno accusato «l'autoritarismo di Cresci, colpevole di aver chiamato carabinieri e polizia per accertare contenuti e comportamenti dell'assemblea indetta dai sindacati».. «Cresci secondo gli autonomi - favorirebbe promozioni ingiustificate, sulla spinta dei confederali». Armando Caruso Un momento di Aida a Caracalla: Il sovrintendente non vuole animali in scena
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