Freni Honecker avverte Bonn «Abbiamo ancora tanti amici»

Freni Honecker avverte Bonn «Abbiamo ancora tanti amici» Dall'esilio cileno la moglie dell'ex presidente lancia minacce Freni Honecker avverte Bonn «Abbiamo ancora tanti amici» BONN NOSTRO SERVIZIO Mentre l'ex Numero Uno della Ddr trascorre la sua seconda giornata nell'infermeria del carcere di Moabit a Berlino, Margot Honecker ha annunciato che non tornerà più in Germania. «Questa nuova Germania non è la mia patria», ha detto alla tv tedesca. E per mostrare la sua antipatia non ha resistito alla tentazione di lanciare dall'aeroporto una minaccia ai dirigenti politici tedeschi. «Non è ancora giunta la mia ora di fare i conti -, ha confidato alla "Bild Zeitung" -, ma quando sarà venuto il momento molti a Bonn dovranno incominciare a guardarsi intorno: abbiamo ancora molti amici in Germania». Non si può negare però che ci sono anche molti che la vorrebbero vedere dietro le sbarre a tenere compagnia al marito. Margot Honecker sarebbe infatti responsabile dell'abominevole pratica di dare in adozione forzata i figli dei dissidenti nella Ddr, in modo da farli crescere in famiglie più consone ai valori comunisti. E' improbabile tuttavia che si arrivi a un processo. Nel frattempo Erich Honecker aspetterà con pazienza il suo, di processo. Dopo una prima notte in compagnia di un detenuto zingaro, che a quanto pare era un gran chiacchierone, il giudice ha deciso di metterlo in cella da solo. Honecker inoltre non potrà parlare con i suoi ex compagni, detenuti nel carcere di Moabit e accusati del suo stesso delitto: omicidio per 49 delle vittime del Muro. C'è Erich Mielke, un tempo onnipotente capo della polizia segreta Stasi, Willi Stoph, ex premier, e Heinz Kessler, ex ministro della Difesa. E' possibile che Honecker non ci tenga a parlare con Mielke: secondo quanto pubblicato da un giornale fin dagli Anni 80, il capo della Stasi cercò di guidare una congiura contro il Segretario generale che disapprovava per la sua politica di «coesistenza ideologica accanto alla Repubblica federale imperialista». Intanto lei, Margot Honecker, è a bordo di un aereo che la porterà in Cile dalla figlia Sonia, sposata con uno dei tanti cileni che trovarono rifugio nella Germania Est durante la dittatura di Pinochet. A causa della nebbia deve fare tappa in Argentina, ma è solo questione di tempo e raggiungerà la coppia che abita con i due figli a Santiago in una casa modesta, ma a prova di curiosi. Dopo una lunga vita passata in comune, prima per il bene dello Stato degli operai e dei contadini, poi in fuga dalla giustizia, si separano così le strade degli Honecker e piovono su Margot le critiche della Germania benpensante: Honecker sarà stato pure un dittatore che deve pagare per i suoi misfatti, ma non si viene meno così ai doveri di una moglie. D'altronde non è mai stata molto amata questa donna, oggi sessantacinquenne, per lunghi anni ministro della Pubblica Istruzione della Ddr. Figlia di un calzolaio di Halle, era odiata molto di più di quanto lo fosse il marito. All'Est la chiamavano «die Hexe», la strega, e all'Ovest non sfuggiva al clichè della donna bella, ma gelida. «Ha lasciato suo marito solo ad affrontare i guai - scrive oggi una lettrice di un popolare quotidiano -, non è una buona moglie». E anche la stampa più seria nota che «quando il 18 ottobre 1989 il comitato centrale della Sed votò contro il segretario generale Erich Honecker, lei diede il suo voto e adesso che suo marito è stato portato a Berlino, lei non è con lui». Honecker compirà 80 anni il 25 agosto prossimo e il direttore del carcere, che ci tiene molto a considerarlo un detenuto qualunque, non ha ancora preso una decisione in merito al permesso di accordargli una torta. Francesca Predazzi Margot, moglie di Erich Honecker, allo scalo aereo di Mosca da dove ieri è decollata per il Cile [FOTOAPJ