Tangentopoli, si costituisce imprenditore

La verità di Zaffra «Erano soldi per il psi» Tangentopoli, si costituisce imprenditore La verità di Zaffra «Erano soldi per il psi» «Miliardi? No, ho avuto 50 milioni» ELigresti chiede la scarcerazione MILANO. San Vittore, cella singola anche per Loris Zaffra, socialista, e la giunta del sindaco Piero Borghini riprende a tremare. L'arresto per le tangenti del capogruppo del garofano a Palazzo Marino ha provocato non pochi imbarazzi da parte della maggioranza. «L'ho visto poco prima dell'arresto - dice il sindaco - dal punto di vista personale mi dispiace. La questione riguarda Zaffra, il psi e il Consiglio. La giunta ha ricominciato a lavorare e non ho dubbi che Zaffra farà tutti i passi necessari per garantire l'interesse della città». La Lega Lombarda tuona: «Questa giunta è costretta a continue frane, anche perché ci sono almeno altri cinque consiglieri di maggioranza a rischio». A «rischio San Vittore» per Riccardo De Corato, msi, sarebbero addirittura in dieci. Primo interrogatorio in carcere per Zaffra, arrestato per le mazzette intascate sugli appalti dell'ospedale Gaetano Pini. Il suo difensore, Michele Saponara, esce dal carcere infuriato: «Non parlo con i giornalisti, questa è una brutta pagina per Milano». Sale in auto e parte di scatto, rischiando di investire una giornalista del Tg5. Dopo la sfuriata, il fax: «Preciso - scrive il legale - che la cifra che lo Zaffra avrebbe intascato per il psi è di 40-50 mihoni, e non di 2 miliardi o centinaia di milioni così come riferito dagli organi di stampa. Ho denunciato all'ufficio del pm la disinvoltura dei massmedia. Dette notizie false contribuiscono a distruggere l'immagine di un cittadino più di quanto non lo faccia un provvedimento restrittivo della libertà peraltro assolutamente gratuito». Tornano, i latitanti tornano. Ricercato dal 21 aprile per corruzione si è costituito l'imprenditore Fiorenzo Bellini. Con lui gli arresti a Tangentopoli sono arrivati a 75. Per le mazzette versate a Chiesa era già stato chiesto il suo rinvio a giudizio. Dalla latitanza Bertini aveva inviato un memoriale ai giudici, in cui dichiarava di essere stato costretto a «pagare» Chiesa. «Spesso - aveva scritto l'imprenditore - mi insultava solo perché ritardavo di qualche giorno la consegna dei soldi che mi venivano chiesti. Per questo mi sono sentito definire ad alta voce, e alla presenza delle segretarie, barbone, miserabile». Dopo l'interrogatorio Bertini è stato scarcerato. Revocati gli arresti domiciliari ad Augusto Rezzonico, ex presidente delle Ferrovie Nord ed ex senatore de. Salvatore Ligresti, oggi si decide. Si conoscerà oggi la decisione del Tribunale della libertà a cui il costruttore, in carcere dal 16 luglio, è ricorso per ottenere la scarcerazione. In un'intervista, anticipata dal settimanale l'Espresso, il procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio sostiene che «la mafia e la corruzione sono due mali che vanno contrastati contemporaneamente, non solo perché sono una minaccia alla democrazia, ma anche perché tra questi due fenomeni ci sono evidenti punti di contatto». E aggiunge: «E' assurdo pensare che la mafia usi solo mezzi tipici come l'intimidazione, quando può raggiungere gli stessi obiettivi, creando oltretutto legami più solidi, con la corruzione». Fabio Potetti

Luoghi citati: Milano