«Grazie Companera Castellina»

«Grazie Compañera Castellina» Fidel Castro scrive al direttore del giornale di Rifondazione comunista «Grazie Compañera Castellina» «Solo voi avete fatto qualcosa per la mia Cuba E dite la verità su quel che accade nel mio Paese» ROMA. «Estimada companera», stimatissima compagna. Quando Luciana Castellina, direttore di Liberazione, il settimanale di Rifondazione comunista, ha letto le prime righe della lettera, ha avuto un sussulto d'orgoglio. Estimada companera... Lettera scritta a macchina, dieci righe in lingua spagnola. Data: 10 luglio 1992. Nome della località: La Habana, capitale di Cuba. Intestazione della lettera: sette parole secche, essenziali, tanto importanti da far scattare sull'attenti, a Cuba, migliaia di companeros come la Castellina. Sì, era proprio lui, il compagno per eccellenza, il printer segretario del comitato centrale del partito comunista cubano: Fidel Castro. E Fidel aveva scritto a lei, l'uestimada companera» Castellina, per ringraziarla di quanto il suo giornale fa a favore di Cuba. Lettera personale, da compagno a compagna, come si usava ima volta. Lettera di stima, di solidarietà e di affetto comunista, che Castellina ha pubblicato ieri in prima pagina su Liberazione, accompagnandola con un lungo commento dedicato alla gloriosa lotta del popolo cubano. Il compagno Fidel è di recente intervenuto al vertice dei capi di Stato ispano-americani in Spagna. E il titolo del commento scritto da Castellina non lascia dubbi sul ruolo e la figura di Castro: «Il solo uomo davvero libero a Madrid». «Aprecio el inestimabile esfuerzo... Apprezzo l'inestimabile sforzo - scrive Fidel - che il suo giornale realizza per dare ai lettori italiani una migliore conoscenza della lotta del popolo cubano per la salvaguardia delle conquiste della rivoluzione, la difesa, della società socialista e il diritto pieno all'indipendenza e allo sviluppo». Dittatura a Cuba? Dissidenti in galera? Società sull'orlo del tracollo economico? Niente affatto. Cuba è sempre la stessa: calamita di nostalgia per la memoria post-comunista; ultima spartana cittadella di compagni, soli, assediati, minacciati e braccati dall'imperialismo americano, abbandonati anche dalla cricca dei traditori Mosca, travolti dai dollari yankee. Castellina lo sa e risponde con orgoglio: «Siamo fieri di essere un giornale che si sforza di raccontare Cuba con verità e anche di sostenerne l'ostinata resistenza all'omologazione capitalista; anche se non sempre e non su tutto siamo stati concordi con il partito comunista cubano». E' orgogliosa la companera. E lo dice ad alta voce. «Siamo fieri in particolare oggi, l'indomani di quello che, senza mezzi termini, vorrei definire lo "sconcio" vertice ibero-americano di Madrid, dove fra tanti capi di Stato o primi ministri latinoamericani e delle due ex metropoli, Spagna e Portogallo, Fidel Castro ci è sembrato il solo uomo davvero libero». Definizione troppo impegnativa? Incenso, adulazione, culto della personalità? La companera insiste: «Lo ripeto per i tanti che su questa lettera e sulla nostra risposta sorrideranno ironici, pronti a rietichettarci come "i soliti vetero": Castro è il solo libero. Per quanto riguarda gli altri, mai si era giunti infatti ad una così indecorosa subalternità ai valori e alle strategie del grande fratello nordamericano». Fidel Castro ringrazia. In crisi nel suo Paese, accusato dalla figlia Irina di essere un tiranno, costretto ad aprire le porte all'industria Usa («il grande fratello»), per sopravvivere, il compagno Fidel trova in Italia il partito dei fans. E ne è lieto. «Alienta saber que... E' confortante sapere che di fronte al muro di menzogne e silenzi che si cerca di alzare intorno a Cuba - scrive nella lettera alla Castellina - c'è ancora qualche voce degna che, come la sua, fa uso della verità come instrumento del lucha, strumento di lotta». La stampa italiana impari. E la finisca una buona volta con i silenzi e le censure, com'è accaduto per il vertice di Madrid. «Tanto impegnata a contare i morti ammazzati, i licenziati, i miliardi di debito prodotti dal nostrano sistema democratico, la stampa italiana ha avuto, in realtà, poco modo di dar conto di questa riunione ad alto livello di Madrid, di cui hanno scritto solo di sfuggita, quel tanto necessario per ricordare che Cuba è la sola pecca di un'America Latina altrimenti avviata al meglio...». E invece no. Ci sono Paesi dell'America Latina, dice la Castellina, in cui il livello della povertà è spaventoso e «quindici milioni di bambini lottano per una sopravvivenza erratica nelle strade delle città latino americane». Prima di accusare Fidel, guardate per favore anche negli altri Paesi. Fidel apprezza: grazie companera. [mau. ans.] Italiana, IO corno tiu, *«V mtKtm Fidel Castro. Sopra, Luciana Castellina e, a fianco, la lettera pubblicata da Liberazione