Record di velocità, un sogno finito di Gianni Rogliatti

Record di velocità, un sogno finito JET SU TERRA Gli elevati costi e il disinteresse degli sponsor hanno posto l'alt a queste imprese Record di velocità, un sogno finito / mille l'ora di Noble rimarranno forse imbattuti Che fine ha fatto la corsa ai record di velocità? I costi elevati per allestire vetture idonee, il dirottamento degli sponsor verso altri tipi di manifestazioni (dalla FI alla vela), forse il fatto che tutti già si vive in modo «veloce» ha provocato un calo di interesse. Eppure, ci sono stati periodi in cui si prestava grande attenzione a tali imprese. Il record attuale è stato ottenuto il 5 ottobre 1983 dall'inglese Richard Noble alla rispettàbile media di 1019,7 km/h in una pista nel deserto del Nevada (Usa). Noble guidava un veicolo spinto da un motore a reazione: le ruote non erano motrici. Nel 1963 alle auto funzionanti a 2 o 4 ruote motrici fu affiancata una classe di vetture con turbine e razzi, poiché si era capito che la trazione convenzionale trovava nei 600 km/h il suo limite. Così l'americano Craig Breedlove si costruì una macchina dotata di una turbina prelevata da un caccia a reazione: toccò i 655,7 km/h e soprattutto dimostrò che c'era ancora del potenziale da sfruttare, come è accaduto. II concetto della misura della velocità è vecchio come la stessa automobile perché si volevano valutare le possibilità del nuovo mezzo di trasporto. La prima riunione si svolse nel 1898 ad Acheres, nei pressi di Parigi: chi possedeva un'automobile poteva misurarsi contro il cronometro e contro gli altri «chauffeurs». Il primo recordman della storia dell'auto fu il marchese di Chasseloup Laubat: 63,157 km. Il traguardo dei 100 l'ora venne superato dal belga Jenatzy con un'auto elettrica(105,904). I 200 dal francese Hemery su Benz (202,6) nel 1909. Per 1 300 l'ora si dovette aspettare il 1927 allorché il colonnello inglese Seagrave raggiunse i 327,9 km/h sulla spiaggia di Daytona (Usa) con una Sunbeam su misura. Negli Anni 20 e 30 gli specialisti inglesi e americani si contesero il titolo di uomo più veloce su ruote, facendo progettare e costruire auto sempre più perfezionate e potenti. Ci fu l'epoca di Malcom Campbell, che correva praticamente contro se stesso: dal 1931 al 1935 in cinque suc¬ cessivi tentativi portò il record da 395,4 fino a 484,8 km/h. Alla vigilia della guerra u. a pronta la Mercedes con una vettura a 6 ruote e 3000 Cv. Il progetto tramontò sotto le bombe. Poi fu la volta di Eyston e di Cobb: quest'ultimo nel 1947 volò a 634,2 km/h, il record che fu appunto battuto da Breedlove. Riuscì al figlio di Campbell, Donald, l'impresa di riportare sia pure per poco il primato in Inghilterra nel 1964, con una vettura dotata di turbina ma con trasmissione alle ruote. Poi arrivò l'ora dei jet su strada. A vederlo adesso nella sua veste di tranquillo uomo d'affari, Richard Noble non evoca velocità supersoniche. Abbiamo preferito in un recente incontro non porgli la domanda classica «Cosa si prova mentre si tenta il record di velocità?» per evitarci una risposta come quella che diede Malcom Campbell in una occasione del genere. Pare che abbia detto con humour: «Tenevo d'occhio lo specchietco retrovisore per dare strada se qualcuno avesse voluto superarmi». Su Noble circola una storia (vera, in realtà). Una pattuglia della polizia lo fermò per eccesso di velocità: in Inghilterra il limite è di 70 miglia a Torà (112 km/h) e i controlli sono severi. L'agente, riconosciuto il deten- | toro del record, gli chiese con | sarcasmo «Ci stiamo allenando per migliorare?». E giù la multa. Competere per un record di velocita è impresa ardua: costi a parte, è necessario studiare una forma atta a far viaggiare la vettura raso terra, evitando che decolli come un aereo. Poi, bisogna trovare il posto adatto, una pista liscia còme un biliardo e lunga almeno 8 km. Ce ne sono solo due o tre in tutto il mondo. La più famosa è quella di Bonneville, nello Utah, dove ogni anno si radunano migliaia di appassionati: le vetture, divise in categorie e classi, tentano di battere i vari primati. E gli italiani? Si ricorda solo il tentativo di una Fiat preparata dall'inglese Eldridge che raggiunse i 234,9 km/h nel 1924. Gianni Rogliatti

Persone citate: Cobb, Craig Breedlove, Eldridge, Malcom Campbell, Noble, Richard Noble

Luoghi citati: Acheres, Inghilterra, Nevada, Parigi, Torà, Usa, Utah