Ethos, il brivido verde

Ethos, il brivido verde Test con la concept-car della Pininfarina: uno spider sportivo che rispetta l'ambiente Ethos, il brivido verde Agile e scattante come una moto MONTPELLIER DAL NOSTRO INVIATO ' Nel Sud della Francia, nella piccola pista che la Goodyear possiede a Mireval, due passi da Montpellier e dalla Camargue, un'idea diventa realtà. L'idea si chiama Ethos, mini conceptcar con alti contenuti tecnologici e l'obiettivo di essere vettura divertente ed ecologica (impiega materiali come l'alluminio ed è completamente riciclabile). Un prototipo, ma un prototipo funzionante, eccome, che la Pininfarina ha sviluppato in pochi mesi e presentato al Salone di Torino con l'ambizione di creare anche un oggetto fattibile sul piano industriale. Non per nulla, prima dei test riservati ai mass media, un gruppetto di «ambasciatori» di vane Case europee e giapponesi si è recato in processione a Miraval per provare la Ethos. Con il suo motore a due tempi prodotto dalla società australiana Orbitai, rappresenta una proposta allettante. Allettante non solo per il fatto di essere una vettura di grande interesse sul piano estetico e commerciale, ma anche perché, come si è accennato, è stata progettata all'origine per un'eventuale produzione, proprio come potrebbe fare un grande costruttore. «Abbiamo tirato un sasso in piccionaia» aveva detto Sergio Pininfarina a Torino. Ma avrà un futuro la Ethos (sempre a Torino si era detto che con un volume di 10 mila pezzi all'anno si poteva ipotizzare un prezzo intorno ai 30 milioni di lire) o rimarrà un bel sogno? Un fatto è sicuro: la Pininfarina ha dimostrato con questa «barchetta» a due posti con motore posteriore-centrale e un eccitante personalità le sue capacità progettuali: gli aspetti formali, tecnici e tecnologici sono stati presi contemporaneamente in considerazione e sviluppati insieme. Se qualcuno vorrà la Ethos, fanno capire in Pininfarina, bene, in ogni caso essa rappresenta un concreto esempio di quanto siamo capaci di fare. Per capirlo basta sedersi nell'abitacolo e compiere qualche giro di pista. La Ethos è un giocattolo divertente, quasi una motocicletta a quattro ruote, sia per il comportamento sia per le sensazioni che procura: la fusione con l'ambiente è perfetta e tanto più gradevole quando si gira con il mare e i colori della Provenza sullo sfondo. Settecento chili di peso, 3,63 metri di lunghezza, 1,66 di larghezza e 1,5 di altezza: sterzo preciso e sensibile, traiettorie da «ba.chetta» sportiva, tenuta di strada eccitante. Il motore Orbitai, che avevamo già provato in Inghilterra su una Fiesta sperimentale, qui esalta tutte le cue qualità. Il propulsore adottato per la Ethos • che, naturalmente, è più leggera della berlina Ford ei un po più potente («Abbiamo modificato 1 impianto di scarico» precisano i tecnici della società australiana): 1200 ce, 95 Cv a 5000 giri/minuto e una coppia massima di 125 Nm. Un tre cilindri elasticissimo, pronto nella risposta, sempre in tiro. Quelli della Pininfarina e della Orbitai preferiscono non fornire dati sulle prestazioni, ma le accelerazioni sono pimpanti e le riprese • da 1000 giri in quinta • morbide e progressive. Velocità? Diciamo che 1200 l'ora sarebbero normali per un veicolo di questo tipo, che potrebbe inserirsi brillantemente nel filone delle piccole vetture a cielo aperto. L'abitacolo è una vasca che si raccorda con la carrozzeria, in cui si aprono le porte, a triangolo, senza finestrini. I vetri possono essere inseriti a incastro. Due sedili di tipo sportivo, alle cui spalle è ricavato un vano per una valigetta o una sacca (un altro spazio-bagagli è situa¬ to nel cofano anteriore), una strumentazione essenziale (numeri bianchi e indicatori verdi) posta su due argentee strutture che raccordano le fiancate. L'accensione è sul tunnel centrale, che ospita il cambio. E' un cambio meccanico a 5 rapporti di origine Fiesta, in attesa che sia pronto quello Morbidelli a comando elettronico che sarà installato sul volante. «Questo - spiegano in Pininfarina - è materialmente il primo esemplare della Ethos, quindi ci saranno ulteriori mo¬ difiche e sviluppi». In effetti, alcuni elementi della vettura provata a Mireval saranno cambiati in futuro. Ad esempio, il telaio, che verrà realizzato in alluminio. E alcuni ritocchi, dettati da esigenze pratiche, saranno indispensabili: il riflesso del sole sull'argento dei tubi può essere fastidioso. Ma resta stupefacente il fatto che la carrozzeria italiana sia riuscita a costruire in pochissimi mesi un prototipo funzionante, curato con grande attenzione anche nelle finizioni e, soprattutto, in grado di affrontare un test così severo. Uno stadio cui i costruttori veri e propri generalmente arrivano dopo aver messo in cantiere alcune decine di vetture. E' il segno più evidente della trasformazione della Pininfarina. Non solo centro di creatività e di stile ma anche gruppo industriale capace di padroneggiare le moderne tecnologie industriali. Come il futuro dell'auto ormai impone. Michele Forni La Ethos adotta un motore a due tempi prodotto dalla società australiana Orbitai: 3 cilindri di 1200 ce con 95 cavalli di potenza La strumentazione è posta su un tubo color argento che raccorda le due fiancate

Persone citate: Michele Forni, Pininfarina, Sergio Pininfarina

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Provenza, Torino