Barnard-Ferrari, cinque anni insieme

Barnard-Ferrari, cinque anni insieme Dopo mesi di trattative il progettista inglese ha firmato il contratto con Maranello Barnard-Ferrari, cinque anni insieme Un nuovo assetto per la Scuderia La Ferrari volta nuovamente pagina. Le fa con un investimento che comporterà globalmente diverse decine di miliardi (segno della volontà di andare avanti) e impegnerà tutte le sue risorse umane. Con lo scopo di propiziare quel ritomo al vertice della Formula 1 che tutti si aspettano, da molti anni. Luca Montezemolo, che ha preso le redini del Cavallino Rampante il 20 novembre '91, ha lavorato otto mesi per capire, conoscere, indagare, guardarsi intorno, contattare e decidere. Questo il comunicato emesso ieri nel primo pomeriggio: «L'attività tecnico agonistica della Ferrari Automobili sarà organizzata in tre settori, che risponderanno al presidente Luca Montezemolo: 1. Scuderia Ferrari e stabilimento di Maranello; 2. Progetto, sviluppo e ricerca vetture; 3. Progetto, sviluppo e ricerca motori. La Scuderia Ferrari e la costruzione delle vetture a Maranello saranno affidate a Harvey i'ostlethwaite che, dal G. P. d'Ungheria 1992, sarà responsabJe dell'attività sportiva del Mondiale di FI. Il settore progetto, sviluppo e ricerca vetture che la Ferrari ha deciso di localizzare in Inghilterra, sarà affidato a John Barnard, che ha firmeto un contratto quinquennale di collaborazione. Presso la sede inglese saranno progettate le monoposto da costruire a Maranello e realizzati i prototipi. Lo staff comprenderà personale italiano. Il settore progetto, sviluppo e ricerca motori, con sede a Maranello, sarà affidato a Claudio Lombardi, coadiuvato da Paolo Massai». Barnard, dunque, torna alla Ferrari come già si era intuito. Il tecnico inglese è pignolo, difficile. Ma anche Maranello vuole sviscerare bene tutti gli aspetti di questa riconciliazione. Il progettista era già stato nella squadra modenese dal 1986 all'89. Lo aveva voluto lo stesso Enzo Ferrari, i! quale aveva capito che con quanto aveva a disposizione in Italia in un settore tanto specialistico (quello dei telai per vetture monoposto) non avrebbe potuto competere. Barnard ebbe «carta bianca» e fu quello probabilmente l'errore che portò al fallimento dell'unione. In questo senso Montezemolo, pur prendendo dei rischi (perché Barnard è un uomo particolare, ha avuto problemi di convivenza anche alla McLaren, alla Benetton e recentemente con la Toyota, Casa con la quale aveva iniziato una collaborazione subito abortita) sembra aver fatto la mossa giusta. Barnard non sarà il «capo» della Ferrari, ma un importante consulente, incaricato della ricerca in un campo che conosce molto bene e anche - se vogliamo - di formare quei tecnici che dovranno assicurare il futuro alla Ferrari. Lavorerà in Inghilterra e si farà vedere a Maranello il meno possibile. Tutti gli incastri del mosaico sono stati trovati grazie alla mediazione di Montezemolo (consigliato da Lauda) che ha potuto, sulla carta almeno, dividere i compiti in maniera da non creare contrasti interni, articolando in tre parti la squadra corse, che era diventata un «elefante» diffìcile da gestire con 400 persone. 11 ruolo nuovo di Postlethwaite, che sarà il team manager della squadra in officina e in pista, non dovrebbe creare conflitti di competenze. L'ing. lombardi, infine, ha compreso che il suo contributo sarebbe stato più importante e decisivo in un settore direttamente tecnico come quello della progettazione dei motori. Funzionerà la nuova Ferrari? Ovviamente è presto per dirlo. '■ La nota più positiva e concreta i ci sembra essere quella che riguarda la durata del contratto di Barnard: cinque anni. E' un impegno tale, da entrambe le parti, che dovrebbe escludere i bluff. A questo punto un insuccesso diventerebbe un irrimediabile disastro. Cristiano Chiavegato FORMULA 1 John Bnmard (a destra) e. sopra, la Ferrari da lui progettata con Mameli al volante: in Brasile '89 un debutto vittorioso