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Che bravo quel Fortunato Che bravo quel Fortunato Mondonico avverte gli anziani «Guai a voi se battete la fiacca» PINZOLO DAL NOSTRO INVIATO Quando il Torino dei «Nuovi» e dei «Vecchi» ha esordito al calcio giocato, a rappresentare il club c'erano il veterano dei ritiri, l'accompagnatore Giacomo Franco, e l'osservatore Oriandini. A metà del primo tempo del secondo incontro è giunto il direttore generale Moggi. Non s'è visto alcuno dei dirìgenti. Borsanò era assente giustificato, gli impegni parlamentari l'hanno trattenuto a Roma. Per i Nuovi, oltre a Pato e Silenzi hanno segnato Sergio, Fortunato e Aloisi. Dei Vecchi, oltre alla doppietta del giovane Di Maggio, il bottino di 6 si riferisce ai gol di Scifo (rigore), Casagrande, Cois e Vazquez, autore dell'unico centro della ripresa. Alla ''un: del doppio battesimo, * fi «ionico ha commentato: «I ' ..jovi" hanno fatto meglio r- ■ ' erano più motivati, tutti a u' ;aci si sono impegnati come ni ut.'ndevo. Dei ' Vecchi", più o un j ha battuto la fiacca pensando, a torto, di non aver più nulla da dimostrare». Il tecnico ha avuto parole d'elogio per Fortunato, da lui fortissimamente voluto: «Ha subito fatto capire di quale stoffa è fatto: è uno di quei calciatori che fanno parte della maggioranza silenziosa, dello zoccolo duro». Espressioni che, sulle labbra dell'Emiliano, significano: «La forza di ogni squadra». Di Aguilera la dichiarazione più curiosa. L'uruguaiano, tradizionale miniera di elogi per i compagni, è incorso in un lapsus, chissà se freudiano, quan- do ha detto: «Credo di trovarmi bene sia con Lentini che con Casagrande». Insomma, Pato è riuscito nell'impresa impossibile di confondere Le ni ini con Silenzi. A Pinzolo, c'erano Carmignani, l'assistente di Sacchi, perennemente impegnato a prender appunti, e Antoniotti, direttore del centro tecnico di Coverciano: «Il Toro farà molta strada, è molto quadrato». Dinanzi a tale diagnosi di tale esperto non resta che prendere atto. [c. giaci Aguilera. 2B anni, è nato a Montevideo