Edberg crolla al primo ostacolo

Edberg crolla al primo ostacolo TENNIS Lo svedese eliminato da Chesnokov, avanzano Furlan e la Cecchini Edberg crolla al primo ostacolo // numero due al mondo: ho giocato come un cane BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Stefan Edberg, sotto una campana di calura, aveva il volto affilato, sii occhi infossati, lo sguardo carico di impotenza e di rabbia. Dall'altra parte della rete Andrei Chesnokov, russo di Mosca, gli stava facendo fare la figura del cretino. Stefan avanzava e lui lo passava, Scófan sbagliava, si arrabbiava, Stefan veniva eliminato al primo turno, pensate un po', in tre set, lui che è il numero 2 al mondo e che all'avversario, prima d'ora, aveva concesso non diciamo una vittoria, ma la miseria di un set. «E' girato tutto storto, fin dall'inizio: ho giocato come un cane». Stefan, in conferenza stampa, sembrava il fantasma di Amleto. In questo modo, ieri pomeriggio, uno dei grandi protagonisti di questi Giochi, almeno si pensava, ha lasciato il palcoscenico fra i sorrisini quasi increduli del pubblico, sorrisini persino maliziosi. Forse qualcuno, sotto sotto, metteva in dubbio l'effettiva voglia di lottare di questi professionisti carichi di denaro chiamati a giocare per la gloria e per la patria, ma vi possiamo assicurare che non à così. Stefan Edberg era davvero abbattuto, oltre che esausto, addolorato. «Sono stato il portabandiera delta Svezia e ci tenevo. Sentivo la responsabilità. Per me è stata una delusione tremenda. Non so cosa mi sia capitato, però non trovo scuse». Andrei Chesnokov, più sorpreso del rivale, e ovviamente anche più felice, ha detto che non avrebbe mai sognato di poter vincere così facilmente. «E pensare che dopo il sorteggio mi sono chiesto che cosa mai ero venuto a fare» ha aggiunto. «Comunque Stefan ha giocato davvero male». Tutti d'accordo, dunque, il vincitore e il vinto. Chesnokov è il numero 30 al mondo e gode di buona reputazione sulla terra rossa, ma onestamente nessuno credeva davvero che potesse riuscire a compiere l'impresa di eliminare al primo turno il vincitore di Los Angeles, quando il tennis era solo dimostrativo, e il semifinalista di Seul. Edberg aveva il morale sotto i tacchi, come si dice, e ha vagamente promesso di riscattarsi nel doppio. In verità ci credeva poco anche lui. E qualcuno, girando il coltello nella ferita, gli ha chiesto se questa non sia la sua ultima Olimpiade. «Macché, anzi vi assicuro fin d'ora che sarò presente ad Atlanta». Un tentativo coraggioso di reagire al brutto colpo, sicuro, anche se in realtà non ha avuto esito molto felice. In caso di vittoria Stefan Edberg avrebbe dovuto incontrare il nostro Renzo Furlan che ha battuto in quattro set, giocando un buon tennis, il giapponese Matsuoka, un mattocchio dotato di qualche talento sul ve loce ma in vena di sprechi e regali sulla terra rossa nemica. Così Ponzo giocherà con Chesnokov. «Forse era meglio Edberg, tutto sommato: avrei giocato più tranquillo, senza nulla da perdere». Anche lui era stremato dalla fatica e dal caldo, così come la Cecchini, dopo l'incontro vittorioso (6-2, 6-3) contro la cilena Sepulveda. Cario Coscia Stefan Edberg. prima vittima illustre

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Los Angeles, Mosca, Svezia