Burrell sfida il fantasma di re Carl

Burrell sfida il fantasma di re CarlAssente il «maestro», tocca all'atleta di Filadelfia difendere il dominio Usa nello sprint Burrell sfida il fantasma di re C // delfino di Lewis favorito nei 100 BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Ottantotto velocisti, tanti sono gli iscritti ai 100, si contenderanno da domani l'eredità di Cari Lewis: la gara più veloce, quella che ti aggredisce come un tornado por liberarti altrettanto celermente è infatti tra le prime nel programma olimpico dell'atletica. E mancando l'uomo che con maggiore continuità ne ha fatto ia storia negli ultimi dieci anni, ecco venir meno il natuiale riferimento nell'attesa della successione che verrà decretata dalla pista del Montjuich. Leroy Burrell è il delfino di Lewis, l'uomo che viene indicato quasi da tutti come erede designato ai veitici dello sprint. Ma il ragazzo di Filadelfia, 25 anni compiuti il 21 febbraio, anche lo scorso anno ai Mondiali di Tokyo era indicato come favorito. E fu secondo. Il «Re» rifiutò di abdicare, anzi piazzò la zampata non solo vincente ma da record, rendendo così vano lo sforzo di Burrell che pure mai prima aveva corso veloce come quella sera. Due centesimi separarono sul traguardo Leroy da Cari, 9"88 contro 9"86. Adesso Lewis non c'è e Burrell capisce che la sua battaglia sarà contro gli avversari ma anche contro il fantasma del maestro. E mette le mani avanti: «Cari è stato a lungo alla ribalta, ora arrivano i nuovi. Ogni gara ha comunque una sua storia, io credo che per vincere sarà necessario correre veloci, tanto veloci, vicinissimo al record del mondo. E questo sarebbe valso anche per Cari visto che a priori non si può dire che cosa avrebbe fat ■ to». Fatta la premessa, Burrell non si nasconde le difficoltà: «Un anno fa ai Mondiali ero favorito e arrivai secondo, sono nuovamente favorito e questa volta spero di farcela. Ma altri pretendenti ci sono, eccome. Citi è venuto qui è perché ha talento e capacità, e si è preparato per correre al meglio». La lista stagionale dei migliori è per certi versi ingannevole. Intanto perché Burrell non compare tra i primissimi, Suindi perché propone un leaer, Mike Marsh, che ai trials è giunto quarto e dunque correrà soltanto la staffetta. Non solo, perché anche Andre Cason, sprint tascabile e Sran partente che nell'inverno stato eccezionale sui 60 indoor, è saltato, vittima di un infortunio proprio nella fase eliminatoria delle selezioni americane. Così l'elenco dei migliori, anziché il trio degli americani • Mitcheli, Burrell e Witherspoon finiti nell'ordine a New Orleans - propone davanti a tutti un paio di nigeriani a conferma che il Continente Nero sta facendosi avanti anche nella corsa veloce, pian piano affinando il discorso tecnico (per esempio quello della partenza) per lanciare i suoi splendidi corridori alla conquista di nuovi traguardi. «Certo - dice Burrell -, uno come Adeniken ha fatto grandissimi progressi nelle ultime due stagioni, guai a non considerarlo. Così come Fredericks che lo scorso anno ai Mondiali è stato finalità in entrambe le gare dello sprint. Frankie lo conosco bene, perché abbiamo vis"»to insieme un anno al college: è un buon velocista, un uomo duro, con una voglia matta ui diventare il migliore. Ma anch'io voglio battere tutti e pendio di poterlo fare». Anche Mitchell, il grande nemico del Santa Monica? Leroy sorride: «Dannis è stato mio compagno d'infanzia, entrambi siamo cresciuti a Filadelfia e siamo stati avversari nei nostri esordi. Io sono cinque anni che mi alleno duro per arrivare in vetta. L'atletica, questo sport magnifico che rimane l'emblema dell'Olimpiade anche oggi che sono stati ammessi i professionisti del basket e del tennis, l'ho scoperta nel 1976, vedendo alla tv le Olimpiadi di Montreal. Otto anni dopo, seguendo i Giochi di Los Angeles mi è venuta la voglia di esserci anch'io un giorno a competere. Ed eccomi qua, alla mia prima avventura olimpica, deciso a non tradire le attese». D'accordo, ma aspettiamo sabato: alle 20 sapremo se è davvero Burrell l'erede di Cari Lewis. GtorgioBarberis Leroy Burrell, il favorito numero uno per la medaglia d'oro nei cento metri

Luoghi citati: Barcellona, Filadelfia, Los Angeles, Montreal, New Orleans, Tokyo, Usa