S.Pietro fa aumentare la paga del ferroviere

S.Pietro fa aumentare la paga del ferroviere Macchinista vince la causa con le FS S.Pietro fa aumentare la paga del ferroviere Festività retribuita solo ai romani Ma il pretore di Genova: è ingiusto GENOVA. Un ferroviere genovese, Luigi Giorgi, macchinista di 53 anni, ha ottenuto dal pretore del lavoro Giovanni Russo che l'ente metta anche a lui in busta paga la festività dei Santi Pietro e Paolo come avviene da cinque anni a questa parte soltanto per i colleghi della capitale. San Pietro, dunque, oltre che le chiavi del Regno, possiede pure quelle della cassa delle Ferrovie dello Stato. Ma i soldi li sborsa solo per i romani. Un articolo del contratto di lavoro prevede, infatti, che la ricorrenza religiosa del 29 giugno venga pagata soltanto ai dipendenti delle FF.SS. «che risiedano amministrativamente» nell'Urbe, vale a dire a quelli che lavorano nel compartimento della capitale. Una norma «ingiusta» che ha convinto il macchinista genovese a rivolgersi ad un legale. «I Santi Pietro e Paolo - sostiene l'avvocato Angelo Scancarello - rappresentano le fondamenta del cattolicesimo, ma per tutti e non solo per i cattolici romani. Resta, quindi, senza spiegazione la limitazione della festività al solo Comune di Roma». Aggiunge, ancora, il legale: «Sulla base, poi, della semplice considerazione che Pietro e Paolo sono i patroni della città eterna è incongrua la limitazione della festività a Roma e a questi due santi posto che nella religione cattolica non esiste una scala gerarchica in virò della quale un santo patrono ha più importanza di un altro». Insomma, dice l'avvocato, in ogni modo la si voglia considerare bisogna che tutti i ferrovieri abbiano lo stesso trattamento o con il pagamento della festività quando c è la ricorrenza del sarto locale o pagando a ogni dipendenti dell'ente la giornata festiva del 29 giugno. Contro questo ragionamento, che in realtà non fa una grinza, l'avvocatura dello Stato, costituitasi in giudizio per le Ferrovie, ha opposto il «disagio» dei romani ad andare al lavoro in una giornata festiva per la capitale. Disagio, quindi, che giustifica il diverso trattamento. Il capo della pretura del lavoro Giovanni Russo ha dato ragione, però, all'avvocato Scancarello, dichiarando la nullità della clausola contrattuale che circoscrive ai soli ferrovieri romani il privilegio del 29 giugno e ordinando all'ente il pagamento dei festivi arretrati dal 1988 a oggi al macchinista Giorgi con tanto di interesi. La sentenza di Russo ha certo valore per questo singolo caso, ma è anche un buon precedente giuridico per tutti i ferrovieri che vorranno tentare la stessa strada. Non è improbabile, quindi, che di qui a poco le preture italiane siano sommerse da una valanga di cause, magari patrocinate dallo stesso sindacato. Attilio Lugli

Persone citate: Angelo Scancarello, Attilio Lugli, Giovanni Russo, Luigi Giorgi, Paolo Come, Russo, Scancarello

Luoghi citati: Comune Di Roma, Genova, Roma, Santi Pietro, Urbe