Vaticano-lsraele, è caduto il muro

Vaticano-lsraele, è caduto il muro MEDIO ORIINTI M Una commissione bilaterale prepara la strada per il riconoscimento diplomatico Vaticano-lsraele, è caduto il muro Ieri l'annuncio a Roma: normalizzazione vicina La S. Sede precisa: non si è parlato di palestinesi CITTA' DEL VATICANO. Un annuncio storico: Israele e la Santa Sede, per la prima volta in 44 anni, hanno costituito una commissione bilaterale «in vista di giungere a una normalizzazione dei rapporti». Il Vaticano riconosce «de facto» l'esistenza dello Stato di Israele, ma nonostante le reiterate richieste in tale senso non ha mai voluto allacciare relazioni diplomatiche con il governo di Gerusalemme. La commissione di lavoro costituisce il primo, importante passo in questa direzione. Se, e quando, Israele e Santa Sede si scamicieranno nunzi e ambasciatori, non è possibile dirlo, anche perché al tavolo della trattativa non mancano né difficoltà, né zone di ambiguità. Resta il fatto però che con questa decisione si sono creati i presupposti per un dialogo formale e ufficiale. La prima riunione della Commissione è avvenuta ieri in Vaticano; i prossimi.incontri potranno aver luogo indifferentemente a Roma, a Gerusalemme, «o in altri posti». La costituzio¬ ne dell'organismo di lavoro era il primo punto in agenda. Il secondo: «Fare un inventario completo dei problemi di natura bilaterale. In particolare, la situazione della Chiesa cattolica in Israele o nei territori sotto l'amministrazione di Israele». Al terzo punto dell'agenda c'era la definizione del metodo di lavoro per il futuro, e al quarto e ultimo punto la redazione del comunicato ufficiale. Eccolo: «La Santa Sede e lo Stato di Israele, allo scopo di studiare e definire insieme temi di reciproco interesse e in vista di giungere a una normalizzazione dei rapporti, hanno deciso di costituire una commissione bilaterale permanente di lavoro, che si riunirà periodicamente». Mons. Claudio Maria Celli, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati (il «n. 2» del «Ministero degli Esteri» vaticano) guida la delegazione pontificia, mentre Yosef Hadass, direttore generale del ministero degli Affari Esteri è il suo «pari grado» israeliano. Del gruppo di lavoro fanno naturai - mente parte mons. Andrea Corderò Lanza di Montezemolo, delegato apostolico di Gerusalemme, e l'ambasciatore israeliano in italia, Avi Pazner. In questa fase l'interesse principale del Vaticano è parlare della situazione della Chiesa in quella zona. I rapporti governo-cattolici sono regolati dal Trattato di Mitilene, stipulato nel 1901 fra la Francia e l'Impero ottomano, confermato nel 1913 a Costantinopoli. Nel 1948 uno scambio di lettere fra Francia e Stato di Israele riconosceva e confermava privilegi e trattati precedenti per certe istituzioni cattoliche. La discussióne sui temi bilaterali la- scia fuori gli argomenti in realtà più scottanti: la soluzione del problema palestinese, e lo stato di Gerusalemme. «Nella misura in cui c'è una risoluzione dell'Orni su Gerusalemme - ha detto ieri il direttore della sala stampa della Santa Sede, Navarro - il tema è più ampio di un colloquio bilaterale. Gerusalemme non è compresa». «Le perplessità e le riserve già espresse sugli altri problemi rimangono», ha confermato Navarro, riferendosi ai temi «non bilaterali»; il portavoce non si attende particolari reazioni negative da parte dei palestinesi (la maggioranza dei cattolici in quella zona è palestinese) o degli Stati arabi: «Dal momento che siedono attorno al tavolo dei colloqui di pace a parlare con Israele su una futura situazione di pace complessiva, non vedo perché ci dovrebbe essere preoccupazione se la Santa Sede apre un dialogo bilaterale». Marco Tosarti Papa Giovanni Paolo Secondo [FOTOAPJ

Persone citate: Andrea Corderò Lanza, Avi Pazner, Claudio Maria Celli, Montezemolo, Navarro, Papa Giovanni Paolo, Yosef Hadass