Manette per il Fùhrer rosso

Manette per il Führer rosso Uscito dall'ambasciata cilena a Mosca il vecchio dittatore è stato riportato in Germania da un aereo russo Manette per il Führer rosso Honecker riconsegnato dopo 232giorni ■OHM NOSTRO SERVIZIO Viene, non viene. Viene. Dopo un 'ungo soggiorno a Mosca, dal marzo del 1991, durante il quale periodicamente sono filtrate voci sul suo ritorno in Germania, Erich Honecker, l'ex capo di Stato della ex Ddr è arrivato a Berlino ieri sera alle 20.08 a bordo di un aereo de'l'Aeroflot. E' atterrato all'aeroporto di Tegel, il più vicino alla prigione di Moabit, dove è stato subito trasportato da un'auto della polizia. In Germania lo aspettava un mandato di arresto. A Moabit verrà prima esaminato da un medico e poi molto probabilmente sarà detenuto in carcerazione preventiva. Ironia della sorte: l'istituto di pena è lo stesso nel quale Honecker passò due anni della sua vita, tra il 1935 e il 1937, prigioniero dei nazisti. E' arrivato da solo, senza la moglie Margot, che è stata sua compagna fedele nei 232 giorni passasti nell'ambasciata cilena di Mosca. Alle 16.30 la notizia di agenzia: Honecker ha lasciato l'ambasciata su una limousine dell'ambasciatore. E' vestito di scuro con un cappello beige, prima di entrare in macchina saluta con un sorrìso e alza in alto il pugno chiuso. E' ima figura un po patetica, questo ex dittatore che non rimpiange niente, «non ho sbagliato, il socialismo vincerà», ha scrìtto nel suo testa- mento politico. Aveva promesso di suicidarsi se l'avessero obbligato ad andare in Germania. Invece si è fatto vedere sorrìdente e vittorioso. I politici di Bonn si sono unanimemente dichiarati soddisfatti. Il suo destino pare si sia deciso al vertice di Rio. Lì Kohl ha incontrato una seconda volta il presidente cileno Patrick) Aylwin dopo essere andato in Cile. Resta da chiarire come abbia fatto a convincere il suo interlocutore. Adesso in patria lo aspetta il carcere. L'accusa è di omicidio: le vittime sono i morti caduti lungo la frontiera intertedesca o mentre tentavano di scalare il Muro. Duecento persone si pensava, invece sembra che siano state 350. Erich Honecker è accusato in 49 casi, ma non è sicuro se la giustizia berlinese riuscirà a istruire un processo contro di luì, non fosse altro che per motivi di salute. Per Erich Honecker i giorni neri incominciarono il 18 ottobre dell'89. Dopo diciotto anni alla testa del partito comunista, la Sed, e 13 anni come capo dello Stato, viene destituito dai suoi stessi compagni. Mancano pochi giorni alla caduta del Muro il 9 novembre, il Muro che per Honecker rimase e rimane un «muro di difesa antifascista», del quale curò personalmente la costruzione. Il suo delfino Egon Krenz tentò di salvare il salvabi- le sedendosi al suo posto, ma non riuscì ad evitare il crollo definitivo del regime comunista. Honecker venne arrestato il 29 gennaio 1990 dalle nuove autorità della Ddr, ma rilasciato il giorno dopo per motivi di salute. L'accusa era di «tradimento alla patria e abuso di fiducia». Delle vittime del Muro non se ne parlò neppure: la chiusura delle frontiere e l'ordine di sparare (che oltretutto non fu firmato da Honecker, ma dal generale dell'esercito Hoffmann) era una delle leggi del Paese nel quale avevano vissuto fino a quel momento. Per loro e per il successivo governo democratico l'ex capo dello Stato era colpevole di ben al¬ tro, di aver abusato della fiducia del popolo. Sarà diffìcile portare Honecker in tribunale. Nel 1987 era stato ricevuto con gli onori dovuti a un capo di Stato proprio dallo stesso Kohl e c'è la firma di Erich Honecker in calce ad importanti documenti internazionali, dalla Calta della Csce di Helsinki del 1975 a quella dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Più facile sarebbe stato dimostrare l'arricchimento persone le. Ma a meno che non venga fuori un conto segreto in Svizzera, Honecker a Berlino aveva solo 200.000 marchi (circa 150 milioni) e anche ii quartiere di Wandlitz a Berlino Est. che ai tempi della Ddr sembrava il massimo della lussuria è risultato assai modesto confrontato allo stile di vita occidentale. Il 13 marzo 1991 Erich Honecker fugge a Mosca, pochi giorni prima che la Germania riguadagnasse la sovranità di cui era stata privata come conseguenza della seconda guerra mondiale. Tre mesi dopo il governo tedesco chiede all'Urss l'estradizione, ma senza troppa convinzione. C'è ancora Gorbaciov al potere e soprattutto ci sono ancora tutte le truppe sovietiche sul suolo della ex Ddr. E così Honecker vive con la moglie Margot in una dacia vicino a Mosca. Non è un ex dittatore di quelli che fa paura. I cabarettisti lo rappresentano volentieri mentre confessa le angherie a cui lo sottopone Margot, donna forte, che ai tempi della Ddr fu ministro della Pubblica istruzione, contro la quale non c'è nessuna procedura legale in corso. I suoi ex sudditi interrogati a caldo sulla notizia del suo arrivo sono divisi, c'è chi dice «lasciatelo in pace, ormai è troppo vecchio», c'è chi vuole che venga giudicato, ma nessuno crede veramente che sarà condannato. C'è addirittura un gruppetto di nostalgici che sventola la bandiera della Ddr. Francesca Predarci Sarà alloggiato nello stesso carcere dove lo rinchiusero i nazisti 50 anni fa L'ex dittatore della Ddr Erich Honecker ha lasciato l'ambasciata cilena a Mosca abordo di una limousine Prima di partire ha levato il pugno in segno di saluto [FOTO AP)